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27 aprile 2014 7 27 /04 /aprile /2014 21:53

Questo libro e i suoi contenuti influenzarono molto Pietro d’Abano, Marsilio Ficino, Enrico Cornelio Agrippa, Nostradamus ( per la generazione delle sue famose "quartine" ) e forse molti altri esoterici del passato.
Alcune parti di questo libro sono conservate presso la Biblioteca dell'Arsenale a Parigi.
Tra i Libri “proibiti” che ebbero maggior diffusione nel Tardo Medioevo e nel Rinascimento c’è un testo di magia simpatica chiamato Picatrix (2) il cui titolo originale è Gāyat-al-hakīm (il Fine del Saggio). Nel testo sono descritti e prescritti astrusi Talismani da utilizzare per la cura del mal di denti, per evadere dal carcere, per avere fortuna negli affari, per prevalere sui rivali, per attirare l'amore, per prolungare la vita e così via. Nel IV Libro (Capitolo III) l'Autore si spinge oltre e spiega come  realizzare un Talismano per diventare invisibili, attribuendone la paternità a Ermete Trismegisto. Per rendere ancora più credibili le sue affermazioni aggiunge che fu proprio Ermete a inventare la Magia delle Immagini con la quale fondò anche una prodigiosa Città Astrale di nome Adocentyn. Il testo prosegue con una breve, ma esaustiva, descrizione di questa incredibile Città che non appare citata in nessun altro libro, prima del Picatrix:

 

I Magi Caldei asseriscono che Ermete fu il primo a costruire immagini con le quali controllava il corso del Nilo a seconda delle variazioni lunari. Egli eresse poi un Tempio al Sole e vi si nascondeva in modo da essere sempre presente ma invisibile. Fu lui inoltre a costruire nell'Egitto orientale una città la cui lunghezza era 12 miglia, e in essa un castello con 4 porte, su ognuno dei 4 lati. Pose la figura di un'Aquila sulla Porta d'Oriente, la figura di un Toro sulla Porta d'Occidente, la figura di un Leone sul quella Meridionale [Sud] e la figura di un Cane sul quella Settentrionale [Nord]. In queste immagini fece entrare forme spirituali che parlavano, e nessuno poteva entrare senza il loro consenso. Piantò degli alberi in mezzo ai quali ve ne era uno grande che portava appese ai rami le generazioni di tutti i frutti. Sulla sommità del castello fece edificare una torre alta venti cubiti, ponendovi sopra un faro (lat. rotunda) per illuminare la città con luci che cambiavano colore per 7 giorni. Alla fine dei sette giorni riprendeva il colore che aveva assunto per primo. La città ogni giorno era coperta dalla luce colorata del faro e perciò ogni giorno rifulgeva di un determinato colore. Lungo il perimetro della Torre vi era grande abbondanza di acqua e in essa molte specie di pesci. Attorno al perimetro della città collocò immagini intagliate che avevano il potere di proteggere gli abitanti da ogni male e di mantenerli sani e virtuosi. Questa città si chiamava Adocentyn. Coloro che ci vivevano conoscevano profondamente le scienze degli antichi e i loro segreti, nonché le scienze astronomiche. Io stesso vidi una costruzione così ordinata per nascondervi un uomo (3).

Testo in latino

Sunt etenim magi qui in hac sciencia et opere se intromiserunt Caldei; hi namque  in hac perfectiores habentur sciencia. Ipsi vero asserunt quod Hermes primitus quandam  domum  ymaginum  construxit,  ex quibus quantitatem Nili contra Montem Lune agnoscebat; hic autem  domum  fecit Solis.  Et  taliter ab  hominibus  se abscondebat  quod  nemo  secum existens valebat  eum  videre. Iste vero fuit qui orientalem Egipti edificavit civitatem cuius  longitudo duodecim miliariorum consistebat, in qua quidem construxit castrum  quod  in quatuor  eius partibus  quatuor  habebat portas. In porta vero orientis  formam aquile posuit, in  porta  vero occidentis  formam  tauri, in meridionali vero formam  leonis, et  in  septentrionali canis  formam  construxit. In eas  quidem spirituales spiritus fecit intrare qui voces proiciendo loquebantur; nec aliquis ipsius portas valebat intrare nisi  eorum  mandato. Ibique quasdam arbores plantavit, in  quarum  medio magna consistebat arbor que generacionem fructuum  omnium  apportabat. In summitate vero ipsius castri  quandam turrim  edificari fecit, que triginta  cubitorum  longitudinem attingebat, in cuius  summitate  pomum  ordinavit  rotundum,  cuius color qualibet die usque ad septem dies mutabatur. In fine vero septem dierum priorem  quem  habuerat recipiebat colorem. IlIa autem civitas quotidie ipsius mali cooperiebatur colore, et sic civitas predicta qualibet die refulgebat colore. In turris  quidem circuitu abundans erat aqua, in qua quidem plurima genera piscium permanebant. In circuitu vero civitatis ymagines divers  as  et quarumlibet manerierum ordinavit,  quarum  virtute virtuosi efficiebantur habitantes ibidem et a turpitudine malisque languoribus nitidi. Predicta vero civitas Adocentyn  vocabatur.  Hi  autem in  antiquorum scienciis, earum profunditatibus et secretis atque in astronomie sciencia erant edocti. Ego  autem  vidi composicionem quandam ad  hominem  abscondendum taliter ordinatam (4).

Analisi del testo

La caratteristiche magiche di Adocentyn sono degne di una Favola, ma una volta sollevato il velame fiabesco emergono concrete informazioni a carattere storico e allegorico, particolarmente stimolanti per coloro che conoscono Ermete Trismegisto più come il «Padre dell'Alchimia» che come il Primo «Magus».

I Magi Caldei asseriscono che Ermete fu il primo a costruire immagini con le quali controllava il corso del Nilo a seconda delle variazioni lunari.

Il testo inizia con una affermazione che ci ricorda come ai tempi del Picatrix esistesse ancora una sorta di rivalità tradizionale tra la Magia Teurgica Egizia e la Scienza Caldea dei Magi. Il principio alla base dei due metodi («la Legge di Simpatia») era lo stesso, ma secondo Zosimo di Panopoli (5) (il primo Alchimista storicamente riconosciuto) la Scienza dei seguaci di Ermete era «spirituale e iniziatica», mentre quella dei seguaci di Zoroastro era «utilitaristica e mondana». La prima serviva a richiamare «esseri spirituali superiori» dentro corpi fisici provvisori, per comunicare con loro o per ascendere a «mondi superiori», la seconda «faceva violenza» a spiriti di ogni genere, imprigionandoli contro la loro Volontà in oggetti magici speciali, che venivano poi usati per ottenere benefici materiali (6).

L'Autore del Picatrix risolve a modo suo la questione affermando che i Magi stessi ritenevano Ermete Trismegisto il Padre di entrambe le Scuole Magiche e quindi dell'Arte di modificare il Destino tramite l'uso di Immagini (7).

La verità è molto più semplice: tanto gli Egizi che i Mesopotamici possedevano una loro Magia Astrale, un'Arte Reale destinata esclusivamente ai Re e ai Sacerdoti, allo scopo di fondare Città, costruire Templi, comunicare con gli Dèi, trasmutare le materie prime in mezzi di sussistenza. Durante l'epoca Alessandrina entrambi i popoli persero la loro millenaria indipendenza politica e la forzata ellenizzazione portò all'imbarbarimento delle rispettive Scienze Sacre, che vennero diffuse al di fuori dei loro Stati di origine, mescolandosi alla Filosofia Greca degli invasori e ai Culti Misterici degli altri Paesi assoggettati. In questo sfrenato eclettismo nacquero anche nuove Divinità tra cui lo stesso Ermete Trismegisto, il quale, assommando in sé le caratteristiche del Dio Greco Ermete e del Dio Egizio Thtot, prevalse automaticamente sulla figura di Zoroastro, che invece era “solo” un Profeta. Ciò spiega anche la presunta influenza di Ermete sul corso del Nilo. Il suo «alter ego» Thot era infattiuna Divinità Lunare, molto più complessa e importante del suo corrispettivo Greco, il cui potere non solo regolava le Maree, ma tutte le attività agricole, magiche, religiose e civili egizie, influenzate dai Cicli Lunari e dagli Astri (8).

Egli eresse poi un Tempio al Sole e vi si nascondeva in modo da essere sempre presente ma invisibile.

In questo passo l'Autore spiega che fu Ermete a creare per primo l'incantesimo dell'Invisibilità costruendo un Tempio Solare che gli consentiva di essere presente senza essere visto. Viene spontaneo chiedersi perché mai Ermete, un Dio Lunare, avrebbe dovuto creare e usare un Tempio Solare e in che modo questo si lega al suo presunto potere di divenire invisibile? Anche in questo caso la Realtà Storica nascosta dietro la leggenda è piuttosto semplice: in Egitto il Dio Thot era assimilato all'astro lunare, ma la Luna Nuova era assimilata a sua volta al “Sole Morto”, il Sole d'Inverno, perché entrambi splendono nascosti alla vista degli Esseri Umani, ma sono comunque sempre presenti (9). A conferma di ciò Thot, nella città di Ermopoli, era considerato una Divinità Demiurga che proteggeva la Sacra Ogodoade (gli 8 Dèi primigeni)e aveva in custodia l'Uovo Cosmico, il “Sole Addormentato”, che lui stesso aveva posto sulla Collina Sacra, affinché si schiudesse.

Fu lui inoltre a costruire nell'Egitto orientale una città la cui lunghezza era 12 miglia, e in essa un castello con 4 porte, su ognuno dei 4 lati.

Non esistono notizie storiche o conferme archeologiche che questo luogo, situato nell'Egitto Orientale, sia mai esistito e non è chiaro neanche come mai il testo latino traslitteri con l'intraducibile parola Adocentyn, l'originale arabo «al-Ašmunain» (10). Sappiamo però che quest'ultimo termine corrisponde al toponimo arabo El-Ashmunein, che a sua volta deriva dal copto Shmun, traslitterazione del nome dell'antica Città di Kh(e)m(e)nu (letteralmente la «Città degli Otto»), che i Greci ribattezzarono Ermopolis, ovvero la città di Ermete.

Adocentyn potrebbe dunque voler dire semplicemente Città di Ermes/Thot, cioè di Ermete Trismegisto, ed essere una sorta di «Nuova Ermopoli», una Città Magica ben più importante e speciale dell'antica Khmnu per i seguaci dell'Ermetismo.  Non a caso l'ho chiamata Città Magica, perché la sua struttura urbanistica riflette perfettamente la forma del Templum Quadrato (11) o Templum Terrestre, uno spazio sacro orientato sull'incrocio degli Assi Cosmici del Templum Celeste, utilizzato dai popoli antichi (12) per le loro pratiche religiose e per i riti di fondazione, in modo che «Ciò che è in basso sia sempre il riflesso armonico della perfezione di Ciò che è in alto (13)».

Il testo riporta che Adocentyn era lunga 12 miglia e al centro vi era un castello quadrato con 4 porte, sul quale Ermete aveva eretto un Faro che proiettava una luce di 7 colori. La sua grandezza in “miglia terrestri” rappresenta esattamente l'estensione astronomica del Templum Celeste diviso in 4 parti dagli Assi Equinoziali e Solstiziali, nel quale si trova l'Eclittica, il Cerchio Astrologico dei 12 Segni Zodiacali, che a loro volta sono influenzati dal passaggio dei 7 Pianeti, rappresentati “in Terra” dai 7 Colori del Faro che “colorano” la Città. In totale quindi 23 benefiche energie cosmiche, proteggono e influenzano in modo specifico «La Città di Ermete» rendendola un luogo sacro e unico al mondo (14).

Pose la figura di un'Aquila sulla Porta d'Oriente, la figura di un Toro sulla Porta d'Occidente, la figura di un Leone sul quella Meridionale [Sud] e la figura di un Cane sul quella Settentrionale [Nord].

Al centro di questo eclettico Cosmos Filosfico (15) c'è il Castello, ovvero l'Omphalos del Cielo i cui ingressi sono protetti da 4 Animali Sacri, o meglio dalle loro «Immagini». Il loro potere si estende ovviamente fino alle 4 porte dell'Urbe, che sebbene non siano nominate, non possono che essere l'estensione degli Assi della Sfera Celeste dal Centro della Fortezza fino ai confini della Città Astrale. I 4 Animali rappresentano le 4 direzioni Cosmiche, i 4 Elementi ad esse associate e le 4 Costellazioni Zodiacali che vengono a trovarsi rispettivamente a Est, a Nord, a Ovest e a Sud degli Assi Solstiziali ed Equinoziali. Stabilire un parallelismo tra i 4 Animali di Adocentyn e le 4 Costellazioni Zodiacali è impossibile, in quanto l'astronomia egiziana non era esattamente come l'astrologia greca, che deriva da una rielaborazione delle conoscenze astrali mesopotamiche. Gli Egiziani non avevano infatti uno Zodiaco di 12 Segni, (lo splendido Zodiaco di Denerah è di epoca alessandrina), ma seguivano il levarsi e il tramontare di specifici Astri chiamati Decani, che annunciavano le piene del Nilo (controllate come abbiamo visto dal Dio Luna Ermete). Nell'Astrologia ellenistica del Picatrix ai 4 punti cardinali cosmici dovremmo trovare i segni dell'Ariete, del Cancro, della Bilancia e del Capricorno, in corrispondenza dell'Est (Fuoco), del Nord/Nadir (Acqua), dell'Ovest (Aria) e del Sud/Zenit (Terra). Inaspettatamente troviamo invece un Aquila, un Cane (16), un Toro e un Leone, che anche ricorrendo alla precessione degli equinozi non corrispondono alle Costellazioni dello Zodiaco, ma al contrario ricordano i 4 “animali viventi” dell'Apocalisse di Ezechiele (anch'essi di matrice mesopotamica) con l'eccezione dell'Uomo/Angelo sostituito dal Cane (17). Si potrebbe tentare allora di collegare i 4 Animali a 4 Divinità egiziane: il Leone potrebbe essere la Sfinge, oppure la Dea Leonessa Sekhmet, il Toro potrebbe indicare il Dio Apis, mentre il Cane potrebbe essere il Dio Anubis. Le possibilità però si fermano qui, perché in Egitto non c'erano Aquile e gli Egizi veneravano o il Dio Falco Horus oppure la Dea Avvoltoio Nekhbet.

In queste immagini fece entrare forme spirituali che parlavano, e nessuno poteva entrare senza il loro consenso.

Forse la scelta di queste immagini animali di potere è semplicemente il frutto dell'imbarbarimento simbolico e culturale tipico dei Grimori Medievali. Quel che conta forse è solo il loro significato magico, perché, anche se gli Animali non corrispondo a quelli delle Costellazioni o delle Divinità Egizie, l'uso di immagini «vivificate» e quindi «viventi» per rappresentare le 4 Direzioni Celesti, ci porta direttamente alla Magia Teurgica dei Sacerdoti Egizi, che il Libro tocca di sfuggita giusto per autoreferenziarsi un po'. L'immagine di Ermete che fa entrare intelligenze spirituali nelle rispettive figure animali, che richiedono una Parola di Passo, per permettere l'ingresso alla Città e al Castello, non è altro che il ricordo distorto delle antiche Cerimonie Misteriche e Religiose degli Egizi nelle quali il Sacerdote praticava il rituale dell'apertura della bocca sulle statue di legno degli Dèi, che in Egitto erano quasi tutti teriomorfi, avevano cioè sia forma umana, che animale, che mista (18). Tramite queste cerimonie le Divinità Celesti prendevano possesso di corpi costruiti appositamente per loro, e si manifestavano sul piano fisico, dimorando nelle loro Case Terrestri (i Templi), dove venivano accuditi e venerati dai fedeli. Questa usanza religiosa entrò poi nell'uso funerario e venne applicata, prima alle statue dei Faraoni, poi alle Mummie dei Re e dei Defunti di alto ragno, che così potevano recitare incantesimi salvifici nell'Aldilà e discolparsi davanti a Osiride e ai suoi 42 giudici, enumerando le azioni malvagie che non avevano compiuto da vivi. Evidentemente i Greci, come tutti i dominatori, rielaborarono a modo loro questi rituali religiosi e li ribattezzarono con il nome di Magia Teurgica senza capirne realmente il significato religioso e la portata culturale. Due sono i testi greci tardo-antichi più famosi (ma non certo più chiari) sull'argomento: un libro della fine del III secolo d.C., scritto dal filosofo neoplatonico Giamblico, intitolato i Misteri degli Egizi (19), e l'Asclepius (20), un trattato ermetico del IV secolo d.C., attribuito a Ermete Trismegisto, che parla esplicitamente di Magia Teurgica e nel quale vengono esposte vagamente le pratiche dei sacerdoti egizi volte ad animare statue tramite l'interazione con forze divine sovrannaturali.

Piantò degli alberi in mezzo ai quali ve ne era uno grande che portava appese ai rami le generazioni di tutti i frutti. Sulla sommità del castello fece edificare una torre alta venti cubiti, ponendovi sopra un faro (lat. rotunda) per illuminare la città con luci che cambiavano colore per 7 giorni. Alla fine dei sette giorni riprendeva il colore che aveva assunto per primo. La città ogni giorno era coperta dalla luce colorata del faro e perciò ogni giorno rifulgeva di un determinato colore. Lungo il perimetro della Torre vi era grande abbondanza di acqua e in essa molte specie di pesci.

Ermete,dunque, non solo fondò Adocentyn, ma le dette inviolabili leggi cosmiche con cui nutriva sia spiritualmente che materialmente (21) i suoi abitanti (22).

Attorno al perimetro della città collocò immagini intagliate che avevano il potere di proteggere gli abitanti da ogni male e di mantenerli sani e virtuosi. Questa città si chiamava Adocentyn. Coloro che ci vivevano conoscevano profondamente le scienze degli antichi e i loro segreti, nonché le scienze astronomiche.

Poiché «nel gregge della Fatalità non cadono i Teurghi (23)» Ermete potenziò l'effetto dei 12 Segni Zodiacali, delle 7 luci Planetarie e dei 4 Animali Cosmici, ponendo Adocentyn sotto l'influenza di altre 36 Entità, per un totale (23 + 36) di ben 59 benefiche energie cosmiche che mantenevano sani e virtuosi tutti coloro che vivevano sotto questa potente cupola di energia astrale.

L'Autore del Picatrix stranamente non specifica numero e natura di queste immagini intagliate che Ermete collocò intorno alla Città, ma è lecito supporre che si tratti dei 36 Decani Egizi, gli stessi che vengono descritti nel II Libro come immagini talismaniche e vengono chiamati prima con il nome di «Aspetti» e poi di «Adorugen», parola che deriva dall'Arabico «durayjan» e significa proprio  Decano (24).

Come abbiamo già accennato i Decani Egizi erano 36 gruppi di Stelle (Asterismi e Stelle isolate) che sorgevano in particolari ore della notte. Ogni 10 giorni un Decano tramontava e uno sorgeva, coprendo in questo modo un periodo di 360 giorni corrispondente all'Anno Egizio (a cui dovevano poi essere aggiunti 5 giorni detti Epagomeni, per equipararlo all'Anno Solare).  I Decani erano utilizzati come “orologi stellari”, ma erano anche considerate vere e proprie Entità Divine Stellari capaci di determinare gli eventi e il corso del Destino. Gli Egiziani li chiamavano “i Reggitori del Mondo” e credevano che persino il Dio del Sole, Ra, dovesse ricorrere a degli incantesimi per poter continuare il suo Viaggio, quando li incontrava sul suo cammino. Al Tramonto, infatti, i Decani  regnavano incontrastati. Nell'Astrologia Ellenistico-Alessandrina a ogni Decano venne assegnato un arco di dieci gradi sulla fascia dello Zodiaco, cosicché ogni Segno Zodiacale fosse influenzato non solo dai Pianeti in Transito, ma anche da 3 Decani, aventi ciascuno una sua specifica “figura magica”.

 NOTE  

1) ILARIA BELTRAMME, La Società degli Eretici, Roma, Newton Compton, 2013. (Romanzo)

2) Il titolo originale del Picatrix è Gāyat-al-hakīm, lett. il Fine del Saggio, ed è attribuito a Abū- Maslama Muhammad ibn Ibrahim ibn 'Abd al-da'im al-Majrītī, oriundo di Cordova, morto nel 1007-8 d.C. In base alle fonti l'opera risulta tradotta “de arabico in hispanicum” nel 1256, sotto il regno di Alfonso X di Castiglia, detto il Savio. Nonostante la condanna della Chiesa troviamo il Picatrix nelle biblioteche dei più importanti studiosi del Rinascimento, da Pico della MirandolaMarsilio Ficino a Enrico Cornelio Agrippa, ecc.

3) Traduzione tratta da due libri diversi: 1) Picatrix: Ghayat- al-hakim, "Il fine del saggio" dello Pseudo Maslama Al-Magriti, a cura di Paolo Aldo Rossi, Mimesis, Milano, 2000, p. 227, Libro IV, Paragrafo III; 2) FRANCES AMELIA YATES, Giordano Bruno e la Tradizione Ermetica, traduzione di R. Pecchioli, Roma-Bari, Laterza, 1969, p. 80-87.

4) Testo Latino tratto da: Picatrix: The Latin Version of the Ghayat Al-Hakim, edited by David Pingree, University of London, Warburg Institute, printed in England, w. s. Maney and Son Limited, Leeds, 1986, http://warburg.sas.ac.uk/pdf/fbh295b2205454.pdf

5) ZOSIMO DI PANOPOLI, Visioni e Risvegli, a cura di Angelo Tonelli, Milano, BUR, 2004, pp. 126-139.

6) Nel Picatrix si afferma che il Potere dei Talismani è simile a quello della Pietra Filosofale, dell’Elisir, che domina la materia e la altera trasmutandola in un altra materia più pura. La similitudine si baserebbe sul fatto che le Immagini Talismaniche fanno ciò per mezzo della «violenza», cioè vengono costruite secondo il momento “astronomicamente opportuno”, usando specifiche erbe, pietre, incensi, ecc, che obbligano gli spiriti vitali delle relative divinità astrali a entrare in relazione di simpatia con questi “Corpi” nei quali vengono attratti e restano imprigionati.

7) La Tradizione Medievale, attraverso la famosa Tavola di Smeraldo, ci fa sapere che Ermete era chiamato Tre Volte Grandissimo (Trismegisto), perché governava sulle tre parti della Saggezza e delle Leggi del mondo.

8) I Miti che raccontano le imprese di Thot, lo descrivono come un Dio esperto in Astronomia, Mago e Medico per eccellenza. Era infatti chiamato: «il Contatore delle Stelle», «il Numeratore della Terra», «Dio degli Scribi e della Scrittura geroglifica» (cioè del segno evocativo, dell'immagine concettuale) e «Signore delle Parole Divine», cioè delle Parole di Potere con cui è possibile dar forma e potenza al pensiero. ADA RUSSO PAVAN, Iniziazione ai Culti Egizi, divinità, Simboli, rituali, magia, amuleti, invocazioni, Roma, Mediterranee, 2000.

9) Thot a Eliopoli faceva invece parte della Piccola Enneade (a volte della Grande Enneade) aiutando Osiride nel giudizio dei Defunti nell'Aldilà. Osiride viene spesso associato dagli Esoteristi al Sole Nero, al Sole dell'Oltretomba, ma questo è sbagliato perché Osiride, il Sempreverde, in realtà è il Dio della Vegetazione, è legato al Sole perché è il Seme che muore e risorge seguendo i Cicli delle Stagioni.  Thot «fa le veci del Sole di Notte», quando Ra, il vero Dio Solare, viaggia nell'oltretomba per riemergere al mattino.

10) FRANCES AMELIA YATES, Giordano Bruno e la Tradizione Ermetica, op. cit., p. 84 e pp. 80-87.

11) ELENA FRASCA ODORIZZI, Rasnal Truth. Un Gioco Archetipico di Ispirazione Etrusca, ilmiolibro.it, Roma, 2013, pp. 25-46, (L'Etrusca Disciplina e il Templum Etrusco).

12) Vedi i Popoli di Epoca Megalitica, Mesopotamici, Egizi, Etruschi, Romani, Maya, Aztechi, ecc.

13) «Magicam operari aliud non est quam maritare mundum» (la Magia non è altro che operare un Matrimonio Cosmico) dice il Pico nella sua famosissima XIII Conclusione Magica, ribadendo poi nell'Apologia  "il Ministro" di questo Matrimonio tra Terra e Cielo è il Mago che opera "actuando vel uniendo virtutes naturales" (mettendo in pratica e unendo virtù naturali), cioè mettendo in pratica l'Opera Demiurgica che il Pimandro affida al Trismegisto dopo overlo istruito sul Senso e la Natura del Tutto.

14) Il numero 23 è costitutio dalle cifre 2 e 3, che per i Pitagorici rappresentavano i principi costitutivi dell'Unità primordiale e divina del nostro Mondo. Sommando il 2 (il primo dei numeri pari) e il 3 (il primo dei numeri dispari) otteniamo infatti una ierogamia aritmetica che si manifesta nel sacro numero 5, chiamato «assenza di contesa» in quanto espressione matematica della Dea Armonia. Su Adocentyn brilla dunque una Stella che riversa sulla Città la sua capacità di armonizzare gli opposti.

15) Il Cosmo Filosofico Ellenistico è la rielaborazione finale di tutte le conoscenze magico-misteriche del mondo egizio-mesopotamico, filtrate dalla Cultura Greca. I nomi dei 7 Pianeti, così come li conosciamo, sono la traslitterazione Latina dei nomi degli Dèi Greci.

16) Se corrispondesse all'omonima costellazione del Cane Maggiore spiegherebbe l'elemento Acqua. La "canìcola" rappresenta infatti il periodo di caldo afoso e opprimente delle ore centrali della giornata, caratterizzato da alti valori di temperatura e umidità e assenza di vento. Il nome deriva dal latino Canicula ("piccolo cane"), ovvero la stella più luminosa (Sirio) della costellazione del Canis Maior, che sorge e tramonta con il Sole (levata eliaca) dal 24 luglio al 26 agosto (il periodo appunto della "canìcola"). Il nome della costellazione deriva probabilmente dagli antichi Egizi, in quanto avvertiva (come un cane vigile) l'arrivo del periodo delle inondazioni del Nilo.

17) Se il Cane si riferisse alla Stella Sothis, e quindi a Iside,  avremmo il nostro “Angelo”.

18) Un altro altro Culto Misterico, di natura sincretistica, nel quale sono utilizzate Parole di Passo per accedere a Mondi Superiori attraverso una Via Planetaria è il Culto di Mithra. Questa concezione confluì poi, in modo confuso, nello Gnosticismo.

19) GIAMBLICO, I Misteri dell’Egitto, Como, Red Edizioni, 1999.

20) La traduzione latina dell'Asclepius viene fatta risalire al IV sec. d.C., in quanto viene usata da S. Agostino e non da Lattanzio, che lavora ancora direttamente sull'originale greco. Ritroviamo l'Asclepius nel Corpus Hermeticum raccolto e collezionato intorno al 1050 circa, dallo studioso bizantino Michele Psello il quale rimosse probabilmente elementi strettamente magici e alchemici, rendendo il Corpus più accettabile per la Chiesa Cristiana Ortodossa.

21) Questa sorta di Albero Cosmico che produce ogni genere di frutto, quasi custodisse il DNA di ogni pianta, ricorda gli Alberi Alchemici sui quale sono presenti i simboli dei 7 Pianeti e dei 7 Metalli. Quella dell'Albero è infatti una immagine ricorrente nell'Alchimia, anche semplicemente per indicare l'Opera della Natura, rispetto all'Opera Artificiale o Imitativa dell'Essere Umano.

22) Ficino, nel suo Argumentum preposto al Pimander, lo interpreta similmente. Rifacendosi a Cicerone scrisse anche che Ermete “dette leggi e lettere agli Egizi” e fondò la città di Ermopoli.

23) MICHELE PSELLO, Oracoli Caldaici, con appendici su Proclo e Michele Italo, a cura di Silvia Lanzi,I Cabiri, Milano, Mimesis, 2001, fr.153.

24) Anche Ermete, in uno dei suoi libri dice che «se onorerai ciascun Decano con la propria Pietra, la propria Pianta e la relativa Immagine, tu possiederai un potente Talismano. Poiché niente accade senza il volere dei Decani, dato che in esso il Tutto si compie».

25) ERMETE TRISMEGISTO, Corpo Ermetico e Asclepio, a cura di Bianca Maria Tordini Portogalli, Milano, SE, 1997, pp. 134-138.

26) Soprattutto il Dio mesopotamico Sin, che è una divinità Maschile e Lunare come il dio Thot.

27) Vedi Manuale di Storia della Filosofia Medievale, Cultura Harranica, http://www.unisi.it/ricerca/prog/fil-med-online/temi/htm/harran.htm, JACK LINDSAY, Le origini dell’Alchimia nell’Egitto Greco-Romano, Roma, Mediterrane, 1984, p. 182 ; ARISLEO, La turba dei filosofi seguita dal discorso di un anonimo sulla turba, Biblioteca Ermetica , Roma, Mediterranee, 2002,  p. 15, Introduzione e Commento di Paolo Lucarelli.  Cfr. anche MICHELA PEREIRA, Arcana Sapienza, Roma, Carocci, 2001, pp. 79-80.

28) LIBANIO DI ANTIOCHIA, In Difesa dei Templi.

29) « Il Serapeo, il cui splendore è tale che le semplici parole possono solamente sminuirlo, è talmente ornato di grandi sale colonnate, di statue che sembrano vive e tanta moltitudine di altre opere, che niente altro, eccetto il Campidoglio, simbolo dell'eternità della venerabile Roma, può essere considerato più fastoso al mondo.»  AMMIANO MARCELLINO, Res Gestae, XXII, 16.

30) Dalla struttura diroccata di questa Torre, secondo alcuni studiosi deriverebbe l'immagine iconografica del Tarocco della Torre. Allo stesso modo i due Pilastri dell'Arcano della Luna sarebbero un richiamo ai Pilastri della Conoscenza della città di Edessa, l'antica Ur, ricostruiti nel I secolo sul luogo dove la leggenda riferisce che Nimrod, il costruttore della città di Babele (e per la Bibbia della sua famosa Torre), avesse innalzato due pilastri contenenti la sintesi di tutta la scienza dei cieli di prima del diluvio (così come riportato anche da Giuseppe Flavio). Pilastri che  ricordano i due pilastri posti di fronte al tempio di Gerusalemme, compresi i Dadofori del Tempio di Mithra, passati poi nei Templi Massonici.

31) A questo proposito è necessario aprire una parantesi sulla tanto famosa Torre degli Yazidi, facente parte delle «Sette Torri di Satana» citate da Guenon. Che nel Mondo ci siano persone che non vogliono certo il benessere e il progresso dell'Umanità, siamo tutti d'accordo, ma attaccare etichette a un popolo e perpetrare razzismo, ignoranza e violenza, è un'altra cosa. Gli Yaziti discendono degli Assiri, il loro Santuario si trova sul Monte Lalish dove un tempo si trovava la città di Ninive. Nella loro religione sono confluiti, nel tempo, elementi di giudaismo cabalistico, zoroastrismo e misticismo islamico, ma ovviamente il substrato è di origine Caldea. Se esiste una  fantomatica Torre degli Yaziti questa trae evidentemente origine dalle Torri Astronomiche mesopotamiche, senza contare che il Pavone, l'animale con cui si manifesta “l'angelo caduto” degli Yaziti, per gli Ermetisti è uno dei simboli alchemici della Grande Opera che si manifesta attraverso la ruota dei 7 colori dei Pianeti.

32) Tutte queste notizie su Harran provengono dal'l'unico studio pubblicato sull'argomento The ancient observatory of Eski Sumatar, di Theodor Hary, citato in rete su http://mystero.forumcommunity.net/?t=51178992 - http://unchartedruins.blogspot.it/2012/07/harran-of-sabians.html - http://unchartedruins.blogspot.it/2012/08/the-hall-of-records-temple-of-seven.html . Su questi siti è possibile vedere anche numerose e splendide foto di Harran e Eski Soğmatar.

33) Cosimo I dè Medici nel 1564 fece costruire, ex novo, una città fortificata che chiamò «Terra del Sole». Questa doveva assolvere a funzioni amministrative, giudiziarie, militari, religiose e commerciali ai confini con la Romagna, oltre a rafforzare l'identificazione tra la figura di Cosimo e il Sole, simbolo di quell'Ordine e di quella Razionalità che il Duca voleva incarnare.

34) ANNA MARIA PARTINI, Magia astrologica: da Ermete a Cecco D'Ascoli e da Cecco D'Ascoli a Campanella.

35) Va notato come anche la Tomba di Rosenkreutz, descritta nella Fama Fraternitas, sia stata costruita astronomicamente come Adocentyn, per rappresentare una immagine dell'Universo. «La mattina seguente aprimmo la porta e vedemmo un sepolcro con sette lati e sette angoli; ogni lato era lungo un metro e mezzo e alto due metri e mezzo circa. Sebbene la luce del sole non vi fosse mai penetrata, la cappella era illuminata da un Sole artificiale, che pareva aver imparato dall'astro il segreto dell'illuminazione ed era sospeso in alto al centro della volta. Nel mezzo, invece di una pietra tombale, vi era un altare rotondo, ricoperto da una lastra di ottone su cui era inciso: «A.C.R.C. Hoc universi compendium unius mihi sepulcrum feci» [«Feci questo compendio dell'universo durante la mia vita perché costituisse la mia tomba»]. Intorno al primo cerchio, o bordo, vi era: «Iesus mihi omnia» [«Gesù, tutto per me»]. Al centro vi erano quattro figure, inscritte in cerchi, ciascuna circondata da uno dei seguenti motti [...].  Questa cappella la dividemmo in tre parti: la volta o soffitto, le pareti o lati, il pavimento o suolo

36) CLAUDIO STROPPA, Jan Amos Comenius e il Sogno Urbano, Milano, Franco Angeli Editore, 2007.

37) JEAN SERVIER, Storia dell'Utopia. Il Sogno dell'Occidente da Platone ad Aldous Huxley, Roma, Edizioni Mediterranee, 2002 (1a ed. 1967).

di Elena Frasca Odorizzi

http://www.riflessioni.it

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24 aprile 2014 4 24 /04 /aprile /2014 21:35

I luoghi dell'anima: racconti di un viaggiatore astrale


PRIMA PARTE

Mi chiamo Geremia e sono un viaggiatore. Ho iniziato a viaggiare in una camera di ospedale,ci sono finito a 21 anni. Me lo ricordo bene, mi svegliai in piena notte e vidi il mio corpo disteso sul letto,ero convinto di essere morto .Per fortuna dopo due secondi precipitai in basso ,affondando nel letto come se ci stessi cadendo con tutto il mio peso.
Dopo questo episodio, trascorsi parte della mia vita tentando di ricreare l'evento .
Avevo solo una vaga idea di cosa fosse un viaggio astrale , quindi acquistai dei libri sull'argomento , ma gli esperimenti consigliati portarono scarsi risultati. Anche i consigli dei miei conoscenti non servirono a niente ,per cui decisi di intraprendere un cammino solitario per trovare il mio metodo personale.
Innanzitutto volevo capire qual'è la condizione basilare del viaggio astrale. All'epoca non avevo idea di cosa fossero i campi energetici, quindi non sapevo qual'era lo strumento con cui mi spostavo ,eppure avevo intuito che la condizione base per farlo era la consapevolezza di avere una coscienza da poter trasferire lontano dal proprio corpo. Da quel momento in poi per un periodo mi limitai a dei piccoli spostamenti nei luoghi che conoscevo, soprattutto casa mia ,un posto familiare in cui potevo muovermi con facilità.
Improvvisamente una notte mi svegliai sentendo un fortissimo rumore metallico.
Questo continuò ad accadere per diversi giorni ed ogni volta mi svegliavo per lo spavento. Il quinto giorno però ebbi la lucidità necessaria per fermarmi ad ascoltare questo rumore infernale. Più ascoltavo questo rumore , più la mia mente si svegliava nonostante il corpo fosse ancora pienamente addormentato, riuscivo perfino a udire il mio respiro. Pochi attimi dopo fui percorso da una sorta di corrente elettrica che mi pulsava lungo tutto il corpo ,dopodichè ebbi una totale perdita dell'orientamento. Io ero fermo ma tutto il mondo girava. Iniziai a vedere una serie di luci blu e bianche che lampeggiavano freneticamente e mi sentii spingere velocissimo. Quando mi fermai, dopo una manciata di secondi , vidi una luce bianchissima mentre qualcuno urlava forte il mio nome. Mi svegliai poco dopo provando la stessa sensazione di sprofondare nel letto.
Imparando a controllare le mie reazioni in queste situazioni, iniziai a sentire rumori e frasi in lingue incomprensibili.
Con la pratica sono riuscito a scacciare la paura.
La paura si scaccia facendola entrare in noi e mettendola a confronto col desiderio di andare oltre. La curiosità deve sempre essere maggiore del terrore.
Dopo circa un anno ho avuto il coraggio necessario per entrare in quella luce bianchssima .Nella seconda parte descriverò i luoghi che ho visto oltrepassata questa soglia.
Per ora mi sento di dare dei consigli a tutti coloro che fossero interessati a questo tipo di esperienze. Il primo è quello di desiderare veramente il viaggio, il secondo è non avere paura, il terzo è quello di imparare a conoscersi ed accettarsi, solo in questo modo si avrà una coscienza predisposta al distacco.
Tecnicamente invece, consiglio una respirazione suddivisa in quattro parti: inspirare per 4 secondi, trattenere per 4 secondi, espirare per 4 secondi , aspettare 4 secondi prima di inspirare di nuovo. A questa tecnica consiglio di associare una qualunque frase o mantra che regoli il ritmo.
Non esiste un metodo valido per tutti ,ognuno deve cercare il suo tenendo ben presente che non si tratta di raggiungere un posto, ma di viaggiare nel profondo della propria coscienza.
Il resto verrà da se.
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17 aprile 2014 4 17 /04 /aprile /2014 22:31

 

Christiana Agbo

La Madonna apparve nell’ottobre 1992 a una ragazza di dodici anni di nome Christiana Agbo nel piccolo villaggio di Aokpe situato in una sperduta zona della Nigeria.

La prima apparizione avvenne di mattina, mentre Christiana era al lavoro nei campi. Verso le 10, mentre faceva una pausa, alzò gli occhi e vide improvvisamente dei lampi di luce. Christiana chiese alle sorelle se anche loro vedessero quegli strani lampi ma queste dissero di non vederli e che probabilmente si trattava di un effetto dovuto ai raggi del sole.

Più tardi la madre mandò Christiana nella vicina fattoria per raccogliere delle erbe. Mentre era intenta alla raccolta la ragazza alzò gli occhi e con sua grande sorpresa vide una donna bellissima sospesa nel cielo, era la Madonna. La Vergine la guardava e le sorrideva senza dire una parola. Christiana scappò spaventata.

Nello stesso mese di ottobre si verificò anche la seconda apparizione. Alle 3 del pomeriggio, mentre si trovava nella sua stanza, le apparvero degli angeli che cantavano; la ragazza spaventata da quella visione scappò fuori di casa. Gli angeli rimasero lì per alcune ore e prima di scomparire uno di loro le disse: "Io sono l’Angelo della Pace". Di lì a poco apparve la Madre di Dio. Quando Christiana vide la Madonna crollò a terra; i parenti la credettero morta: era rigida come la pietra, dissero. La ragazza rimase incosciente per circa tre ore e quando rinvenne descrisse ai genitori la sua visione raccontando di aver visto una donna bellissima: "È troppo bella per poterla descrivere. La Signora era in piedi sulle nuvole, aveva una veste risplendente con un velo di un colore blu cielo che le copriva la testa e le scendeva sulle spalle giù fino alla schiena. Mi guardò intensamente, radiosa nei suoi sorrisi e nella sua bellezza. Fra le mani giunte sul petto teneva il Rosario…Ella mi disse: ‘Sono la Mediatrice di tutte le Grazie’".

Le apparizioni, che a detta degli esperti sembrerebbero avere molto in comune con la maggior parte delle apparizioni mariane del passato e del presente, col passare del tempo divennero sempre più frequenti, soprattutto fra il 1994 e il 1995.

Le apparizioni pubbliche richiamavano ad Aokpe un grande numero di persone. Tanti fra coloro che vi si recavano era attratti soprattutto dai miracoli solari che nel periodo delle apparizioni pubbliche avvenivano con una certa frequenza. Le apparizioni private furono numerose, durante il 1994 in certi periodi avvenivano quasi quotidianamente. Dopo l’ultima apparizione pubblica, avvenuta alla fine di maggio del 1996, le apparizioni continuano in forma privata ancora oggi anche se con minor frequenza.

Nel primo messaggio ricevuto da Christiana la Madonna le disse: "Vengo dal Cielo. Sono il rifugio dei peccatori. Vengo dal Cielo per ottenere anime per Cristo e per dare rifugio ai miei figli nel mio Cuore Immacolato. Quello che voglio da te è che preghi per le anime del Purgatorio, per il mondo e per consolare Gesù. Vuoi accettare?" – Christiana rispose senza esitazione: "Si".

"…Offri tutte le piccole sofferenze che incontrerai per consolare Gesù. Io vengo dal Cielo per purificare i miei figli e attraverso la penitenza ci sarà la purificazione".

In un messaggio del 1 marzo 1995 la Madonna ha detto: "Coloro fra i miei figli che pregano il Rosario con frequenza e impegno riceveranno molte grazie, tanto che Satana non riuscirà ad avvicinarsi a loro. Figli miei, quando siete assaliti da grandi tentazioni e problemi prendete il vostro Rosario e venite da me e i vostri problemi saranno risolti. Ogni volta che direte "Ave Maria piena di Grazia" riceverete da me molte grazie. Quelli che recitano il Rosario non potranno mai essere dannati".

In un apparizione del 21 luglio 1993 la Madonna disse a Christiana: "Prega con fervore per il mondo. Il mondo è corrotto dal peccato".

Christiana afferma senza esitazione che il più importante messaggio della Madonna è quello che ci chiede di convertirci a Dio. Invece le profezie più importanti sono quelle che parlano del Castigo che Dio sta per mandare sul mondo. Nei suoi messaggi ci sono stati diversi riferimenti ai tre giorni di buio e sembrerebbe che questo evento si verificherà quando Dio manderà il Suo Castigo sulla terra.

Per ora la Madonna vuole che Christiana continui i suoi studi per prepararsi per il compito che dovrà svolgere dopo i tre giorni di buio.

La Madonna a volte appariva a Christiana con le lacrime agli occhi, le diceva che piangeva a causa delle tante anime che vanno all’inferno e le chiedeva di pregare per loro.

La veggente, dopo aver avuto una visione di Santa Teresa di Lisieux, decise di diventare suora Carmelitana. La Madonna acconsentì alla decisione della ragazza di assumere il nome di "Christiana di Maria Bambina", scelto proprio in onore di Santa Teresa di Gesù Bambino.

La Chiesa locale si è dimostrata fin dall’inizio piuttosto favorevole alle apparizioni anche se, come l’Arcivescovo John Onaiyekan ha tenuto a precisare durante una sua visita al sito delle apparizioni, la Chiesa in questi casi è piuttosto cauta: è molto raro che approvi delle apparizioni mentre queste sono ancora in corso. Un segno importante della buona propensione delle autorità diocesane verso le apparizioni è il parere positivo alla costruzione del santuario chiesto dalla Madonna. Inoltre il vescovo Orgah ha concesso l'Imprimatur alla pubblicazione del resoconto delle apparizioni e ha dato il suo permesso ai pellegrinaggi.

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12 aprile 2014 6 12 /04 /aprile /2014 21:58

Questo metodo è stato creato negli USA negli anni ’70 da Hal e Sidra Stone, una coppia di psicoterapeuti che, attraverso la loro esperienza umana e clinica, ne hanno fatto uno strumento estremamente originale di autoconoscenza e comprensione dei nostri rapporti. “Vi è un misterioso reame dentro ognuno di noi che alternativamente attira e spaventa l’esploratore con la sua profondità, la sua complessità e le sue talvolta sorprendenti contraddizioni”, affermano. “Entrambi siamo stati da sempre affascinati da questo regno della psiche, con le sue molteplici sfaccettature; agli inizi degli anni ’70 abbiamo scoperto che la psiche conteneva molti sé individuali, ognuno con una sua modalità di percezione della realtà, con la sua storia personale, le sue caratteristiche fisiche, le sue reazioni emotive, le sue opinioni su come dovremmo vivere la nostra vita.

Hal e Sidra Stone

Hal e Sidra Stone

Abbiamo così dedicato molto del nostro tempo, sia professionale che personale, all’esplorazione di questi sé che determinano in modo considerevole il corso della nostra vita, trovando che quanto più ci sintonizziamo su queste voci interiori, tanto più siamo in grado di esercitare una scelta reale rispetto al nostro destino individuale”. Tutti noi nasciamo totalmente vulnerabili e nei primi anni dobbiamo essere accuditi; la nostra vita dipende da questo. Perciò incominciamo a sviluppare molto presto una personalità che ci aiuti a proteggere questo nucleo vulnerabile, che rappresenta il Bambino Interiore che è con noi per sempre, che non cresce mai e di cui saremo sempre responsabili. Il modo con cui ci prendiamo cura di questo Bambino è uno dei fattori chiave nel determinare il tipo di personalità che sviluppiamo. Molto presto nelle nostre vite un “sé” comincia a svilupparsi per proteggerlo, un sé che abbiamo chiamato il Protettore: egli si guarda intorno e incomincia a valutare quale comportamento è sicuro per il Bambino e quale invece può portare pena fisica o emotiva. Egli nota i comportamenti premiati o puniti, osserva le regole attorno a noi in modo che il mondo diventi prevedibile e abbia senso; in questo modo stabilisce un comportamento adatto al nostro ambiente”.

Sé primari e sé rinnegati
Il Voice Dialogue parte dal presupposto, comune a diverse correnti psicologiche (Psicosintesi, Analisi Transazionale, Gestalt), che ognuno di noi è costituito da diverse parti, o aspetti psicologici, che possiamo definire sub-personalità, o energie oppure sé. Siamo esseri multidimensionali e dentro di noi vive un vero cast di personaggi. Con alcuni di questi, definiti i sé primari, che costituiscono la nostra personalità operativa, siamo totalmente identificati. Sono le parti consce che costituiscono le strategie di sopravvivenza, che ci fanno agire o reagire; in pratica, quando diciamo ”io” stiamo parlando dell’insieme dei nostri sé primari. Se per esempio siamo identificati con l’essere responsabili e razionali, significa che rinneghiamo i nostri aspetti irresponsabili ed emotivi; se invece siamo identificati con l’essere fragili, indecisi, rinneghiamo i nostri aspetti di forza e determinazione; se siamo mentali ed introversi, trascuriamo le nostre parti intuitive ed estroverse. Questi sé rinnegati, quanto più sono sepolti nella nostra psiche, tanto più cercano di farsi sentire in tutti i modi, sabotando la nostra vita e venendoci incontro attraverso i sogni, gli incubi, le malattie, le reazioni emotive.
I sé primari sono nati con l’intento di proteggerci, farci accettare ed amare; ma finiscono col diventare una prigione che ci rinchiude in una personalità limitata, impedendoci di esprimere completamente le nostre potenzialità e la nostra ricchezza interiore. Negli anni questo meccanismo dimostra di non funzionare così bene; prova ne sono i nostri insuccessi nei vari campi: affettivo, professionale, economico e problemi di salute. Tenendo rinnegate e quindi inutilizzate molte parti di noi, non solo sabotiamo i nostri progetti e desideri, ma rinunciamo a molte capacità e possibilità di soluzioni.

Gli aspetti energetici dei sé interiori
Ognuno di questi sé che ha voce dentro di noi, ha una sua vita autonoma vera e propria, con desideri, tendenze, bisogni, schemi di pensiero, comportamenti diversi e riflessi visibili anche sul piano fisico.
Ogni persona è un campo di energia con differenti frequenze vibrazionali; oltre al corpo fisico, costituito da energia densa e quindi visibile e toccabile, ci sono parti energetiche più sottili: questi campi elettromagnetici costituiscono l’aura (ben nota alle persone che si occupano di guarigione attraverso l’energia), che possiamo immaginare come un grande ovoide fluttuante e vibrante. E’ lo stato di questo campo energetico, che è mutevole, ad influenzare ad esempio l’attrazione o la repulsione verso le persone. Questa realtà energetica e vibrazionale influenza le funzioni fisiche e psicologiche; è vero anche il contrario: la presenza e l’espressione dei vari sé influenza e modifica il campo energetico.

I sé sono molteplici: tra gli altri, il Protettore, il Critico, l’Attivista, il Perfezionista, il Gentile, il Bambino, l’Afrodite, la Matriarca, il Patriarca, il Conoscitore Psicologico, il Ribelle, il Guerriero, la Fata, il Saggio, il Sé spirituale

L’attenzione ai campi energetici creati dai diversi sé interiori è un aspetto particolarmente innovativo: è il frutto della collaborazione tra Hal Stone e il suo maestro di Aikido Larry Novick, che a sua volta apprese il Voice Dialogue da Hal. In seguito gli aspetti energetici dei diversi sé sono stati ulteriormente sviluppati in Olanda da Robert Stamboliev, esperto di Tai Chi e autore del libro The Energetics of Voice Dialogue e in Italia da Franca Errani, autrice di Il Caleidoscopio interiore, con le tecniche di Voicedance.
Alcuni sé primari, come il Protettore, il Critico, il Conoscitore Psicologico, hanno un campo energetico legato all’area della testa, del collo e delle spalle; ciò influenza il tipo di respirazione, il modo di sentirsi e relazionarsi.
Quindi se una persona è molto identificata con queste parti avrà come apparato vibrante la parte superiore del corpo. Le conseguenze possono essere una personalità rigida, problemi di cervicale, emicrania, spalle dolenti, insonnia e scollegamento con le parti più istintuali e vitali.
mirrorIl Bambino Vulnerabile ha un campo molto delicato, sensibilissimo, fondamentale per poter percepire e vivere l’intimità con un’altra persona. Proprio per questa sua sensibilità viene spesso protetto da aspetti di potere che allontanano questa energia fino al punto di non farcela più sentire. Questo sé si presenta con postura, tono, espressione, gestualità proprie ed è collegato alla zona energetica del cuore e dello stomaco; ed è qui che si caricano gli squilibri dovuti alla non espressione e al non accudimento di questa importante parte. Il campo energetico vibra quindi in modo diverso a seconda che a esprimersi sarà il Protettore o il Bambino o qualche altro aspetto.
Anche il sé Perfezionista ha un campo distaccato, concentrato attorno alla fronte, nell’area del sesto chakra. L’altra zona interessata è il plesso solare (terzo chakra), perché spesso il perfezionista porta con sé ansietà, il diaframma è contratto e l’energia è solo nella parte superiore del corpo.
Il sé Gentile crea spesso una connessione empatica, calda e accogliente; però, se è in eccesso, può essere invadente. Particolarmente interessante è l’energia di Afrodite; dea della mitologia greca, Afrodite vive sia nelle donne che negli uomini ed è un sé interiore che si manifesta con una vibrazione, un’onda energetica piena di fascino, onda che è in grado di rendere attraenti e, importante, che sa creare connessione con le persone.
Il Counselor Voice Dialogue percepirà perciò una differente risonanza energetica e suo compito è rendere consapevole la persona di queste differenze e aiutarla a separarsi dai diversi sé e attivare un Io consapevole.
La maggior parte delle persone non conosce questi campi energetici, che vanno in onda automaticamente. Ad esempio, quando siamo circondati da molte persone, contraiamo il nostro campo in modo da essere meno aperti agli altri; quando pensiamo, il nostro campo è più freddo e le connessioni che creiamo sono più impersonali. Se, invece, siamo amorevoli, il nostro campo è più caldo e la nostra energia tende a mescolarsi con quella dell’altro.
La capacità di gestire a comando la messa in onda di un determinato campo energetico viene sviluppata dal counselor Voice Dialogue che, quale allenatore energetico, insegna alla persona a riconoscere e gestire il suo campo in modo più consapevole.
Il Voice Dialogue non privilegia i sé primari rispetto a quelli rinnegati, o viceversa: ci aiuta a diventare più consapevoli di entrambi questi flussi energetici. Il primo passo del lavoro è il riconoscimento e in seguito la separazione dai nostri sé primari. Il processo comporta di pari passo lo sviluppo e il radicamento di ciò che il Dialogo chiama “ego consapevole”, uno stato di essere neutrale che può abbracciare tutti i nostri sé e aiutarci a compiere scelte più libere e consapevoli.

Il modello della consapevolezza nel Voice Dialogue
Immaginiamo la consapevolezza come un flusso di energia psichica che accompagna il processo della vita. L’energia fluisce tra i due poli, che possiamo definire vulnerabilità e potere, yin e yang. Nel polo yin si trovano sé come il Bambino Vulnerabile, il Figlio o la Figlia Ribelle ecc, mentre nel polo yang si trovano i sé di potere, il Padre, la Madre, il Protettore ecc. Questo modello viene utilizzato specialmente per mostrare le dinamiche di vincolo e il flusso di energia che si producono nelle relazioni umane, in cui il polo yin di una delle due persone si collega e risponde al polo yang dell’altra, e viceversa. In genere in ogni tipo di relazione il flusso si stabilisce tra energie opposte e può essere gradevole o sgradevole, secondo la qualità e la quantità delle parti in gioco.

Silvana Borile, al centro, con Hal e Sidra Stone

Silvana Borile, al centro, con Hal e Sidra Stone

Il processo di consapevolezza evolve su tre livelli distinti, ma intimamente connessi: il primo livello è la Visione Lucida, ovvero la capacità di osservare la vita in tutti i suoi aspetti, senza valutare o giudicare gli aspetti in gioco. Il secondo livello è quello dell’esperienza delle nostre diverse parti, i sé, o schemi d’energia. Il terzo è costituito dall’ego, l’io, ossia colui che fa le scelte.
La consapevolezza e la conoscenza non sono un approccio mentale ai processi dell’esistenza o una improvvisa illuminazione, ma derivano esclusivamente dalla scoperta e dal contatto con i vari sé interiori. Hal e Sidra Stone sottolineano che il processo di consapevolezza è di basilare importanza: nel diventare consapevoli degli schemi di energia con i quali si è identificati, si è in grado di effettuare scelte reali e di vivere a più ampio raggio e con possibilità maggiori: “Il nostro compito nella vita è di imparare a divenire consapevoli e a fare esperienza di tutti i sé. Solo quando abbiamo imparato a stare in mezzo a questa affascinante folla di opposti, l’inconscio ha l’opportunità di portarci un sorprendente arricchimento. Si tratta di un profondo cammino psico-spirituale che crea un modo molto diverso di muoversi nel mondo”.
Il processo del Dialogo delle Voci è rivolto a tutti coloro che sentono di avere un malessere di vivere, che intuiscono che molte delle loro potenzialità sono sprecate, che si accorgono di cadere spesso in schemi ripetitivi, nelle relazioni, nelle scelte di lavoro e di vita. E’ un percorso che va dritto al cuore dei problemi.

 

http://www.karmanews.it/1935/il-voice-dialogue-a-colloquio-con-i-nostri-se-interiori/

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12 aprile 2014 6 12 /04 /aprile /2014 21:49
Il “Seth Material” è un sistema di filosofia presentato da Jane Roberts e dal marito Robert Butts come conseguenza delle comunicazioni in trance da parte di un’entità di nome Seth. L’origine del materiale, in realtà, è meno importante del suo scopo. Esso possiede consistenza logica, e riceve conferma della sua validità per la lettura e la sua utilizzazione che crescono di giorno in giorno.

 

 

"Sono strato mandato per aiutarvi, e altri sono stati mandati lungo i secoli del vostro tempo, poiché quando vi sviluppate formate nel contempo nuove dimensioni, e potrete aiutare gli altri. Mi trovo in questa stanza [parlando a Robert], sebbene non vi sia alcun oggetto entro cui possiate collocarmi. Avete un veicolo da usare, un corpo che chiamate il vostro sé, e questo è tutto. Siete disincarnati quanto lo sono io. Vengo qui come se apparissi attraverso un buco nello spazio e nel tempo. Ciò che definite emozione o sentimento è la congiunzione tra noi.

 

Ora, non vi sono limitazioni o divisioni per il sé. Potete in realtà essere dipendenti da porzioni del sé apparentemente inconsce. Le porzioni apparentemente inconsce del corpo prendono energia dal cibo e dalle molecole, dall’aria per formare il vostro corpo. Tutto ciò accade perché le porzioni interiori del vostro essere operano spontaneamente, gioiosamente, liberamente; e tutto questo accade perché il vostro sé interiore crede in voi, spesso anche quando voi non credete in lui. Ciò che considerate sé non può essere mai annullato. La vostra coscienza non viene spenta, né ingoiata, beatamente inconsapevole di sé, in una sorta di nirvana. Vi trovate adesso in una parte di nirvana come mai sarà. Vi trovate nel processo di espansione della vostra struttura psichica, nel processo che vi condurrà a partecipare consciamente con l’anima. State diventando ciò che la vostra anima è."
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3 aprile 2014 4 03 /04 /aprile /2014 21:42

E' un concetto utilizzato anche dal filosofo Schopenhauer,per indicare tutto ciò che ci impedisce di accedere alla vera realtà,il noumeno. Un velo di apparenza, di falsità, che solo alcuni riescono ad attraversare.


Cosa c'è al di là del velo?
Restando fuori dai concetti filosofici ,potrei dire che dietro al velo si nascondono quelle dimensioni ignote all'uomo, come ad esempio l'astrale. Quelle stesse dimensioni dove vaga il corpo eterico quando sperimenta l'obe (out of body experience), la cui esplorazione conscia è prerogativa di chi conosce la realtà del mondo "sottile".
Questi sono i luoghi in cui si manifesta il pensiero o l'idea non appena viene creata, quindi si può affermare che il velo, oltre a mantenere l'illusione che la realtà sia solo quella tridimensionale che possiamo toccare, ci difende anche dagli spiacevoli incovenienti che si avrebbero se ognuno avesse il potere di manifestare il proprio pensiero all'istante.
Possiamo chiamare velo anche l'inconscio collettivo che unisce l'intera umanità rendendola prigioniera di idee predefinite. L'inconscio collettivo determina anche ciò che viene globalmente considerato possibile e ciò che non lo è. Qualsiasi fenomeno paranormale, passato al vaglio dell'incoscio collettivo diventa pressochè impossibile, ma non perchè lo sia, piuttosto perchè la maggioranza dell'umanità non è ancora in grado di sperimentarlo di persona.
A questo mi sento in dovere di aggiungere anche un dettaglio fondamentale: chi sta godendo dello status quo, ovvero di come le cose stanno andando sul nostro pianeta, fa di tutto affinchè la realtà non cambi. Se tutti all'improvviso diventassimo coscienti delle nostre immense facoltà creative, o anche solo consapevoli di quello che esiste oltre al velo, questa odierna schiavitù diventerebbe ingestibile. Ma il cambiamento è come un onda, parte da un punto preciso del mare creando altre piccole increspature finchè tutta la superficie ne risente.Proprio in riferimento al significato di ‘arte’ che può assumere il termine māyā, non va infine dimenticata l’espressione giapponese Ukiyo, la quale significa esattamente ‘mondo fluttuante’, in riferimento alla dottrina buddista della impermanenza di quella realtà che si può cogliere con i nostri sensi. Oltre ad essere presente in molti capolavori della letteratura giapponese, anche contemporanei, quest’espressione ha infatti prestato il nome alla cosiddetta Ukiyo-e, le ‘Immagini del mondo fluttuante’, una forma d’arte di stampe popolari sviluppatasi in Giappone, in particolare nella città di Edo fra il XVII e il XVIII secolo, che è giustamente assai nota ed apprezzata in Occidente, anche per la frequente, esplicita rappresentazione di scene intensamente erotiche. Ma se il mondo fluttuante è transitorio, dunque impermanente alla stregua di un fiume che scorre, non per questo è anche irreale, né dal punto di vista terreno degli uomini, né da quello sublime del Buddha. Ben lungi dall’essere un impedimento alla visione diretta della realtà suprema e permanente, la māyā può essere, anzi è l’unico tramite per giungere alla Liberazione finale, all’Illuminazione. Perché in fondo Māyā è pur sempre anche il nome della madre naturale del Buddha, dell’Illuminato. E questo non è certamente un caso. Ella morì subito dopo averlo dato alla luce… e non poteva essere diversamente.
Questo dimostra che ognuno, nel suo piccolo può fare qualcosa di utile. Nel momento stesso in cui io vedo qualcosa di diverso cambio le basi della mia realtà e pongo i presupposti affinchè cambi anche la vostra. E cosi via, in un continuo fluire, finchè tra i gorghi di questa gigantesca rete di pensieri, un giorno, spero non troppo lontano, emergerà la nuova realtà.

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3 aprile 2014 4 03 /04 /aprile /2014 21:33
Tra le varie tecniche che ho potuto sperimentare, da una in particolare ho tratto giovamento. Alcuni testi sullo sciamanesimo, e mi riferisco soprattutto a quelli di Carlos Castaneda e gli insegnamenti degli antichi veggenti toltechi, parlano di una fascia all'interno dell'aura (che loro chiamano bozzolo);questa fascia di energia è chiamata anche punto di unione , ed è una zona che se correttamente spostata, verso sinistra e in profondità, smuove la consapevolezza e riesce a farci percepire.
Muovere questo punto significa centrarsi, allinearsi con altre dimensioni per poterle percepire e vedere. Quindi è un esercizio di meditazione molto utile, e anche abbastanza veloce da attuare.
Questo punto esiste realmente, l'unica difficoltà nel vederlo consiste nel fatto che spesso si trova molto in alto.
Gli sciamani (nagual) riescono a manipolare questo punto nelle persone e tramite il suo spostamento indotto (detto colpo del nagual), costringono il loro apprendista ad entrare in uno stato di consapevolezza intensa, una sorta di trance che facilita il contatto con le energie sottili.
E' molto difficile avere un nagual a disposizione, ma si può comunque cercare di spostare il proprio punto di unione da soli, semplicemente visualizzandolo come un punto distante un metro e mezzo dalla testa ,nella propria aura, per poi spostarlo verso sinistra.
Chi riesce a farlo si accorgerà che entra in uno stato meditativo quasi immediatamente. Una volta fatto questo è meglio approfittare e cercare di usare la propria visione periferica per osservare quello che ci sta intorno.
Sarebbe ottimo fare questo esercizio in una stanza semibuia,o con luce soffusa, mai al buio completo però.
Un trucco consiste anche nel concentrarsi per cercare di vedere e non appena si inizia a osservare un colore, accendere di colpo la luce.

Facendo questo tipo di esercizio regolarmente, il punto di unione si sposta con facilità sempre maggiore, finchè non si diventa capaci di "vedere a comando".

Naturalmente fissare la propria fronte per circa un minuto cercando di espandere la propria visione periferica induce un piccolo spostamento ed eccita l'occhio a vedere più luce, di solito questo basta per poter vedere il primo strato eterico.
Allinearsi completamente invece serve per poter percepire oltre il primo strato.
Credo sia questo il motivo per cui molte persone rimangono bloccate sulla visione del corpo eterico senza poter andare oltre.
Mentre per alcuni basta osservare il primo strato e allenare gli occhi per poter andare oltre successivamente, molti hanno la potenzialità visiva necessaria ma non sono ancora perfettamente in grado di spostare la loro "consapevolezza" o fascia di energia nel punto giusto.
Le convinzioni che vengono imposte nel corso della vita ,soprattutto da parte dei genitori, non fanno altro che fossilizzare la consapevolezza in un punto preciso.
Per poter vedere in modo completo, è necessario avere dei buoni occhi e una mente elastica, aperta. Questo è il motivo per cui molti bambini riescono a vedere: le loro convinzioni devono ancora formarsi.
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31 marzo 2014 1 31 /03 /marzo /2014 22:00

Philadelphia Experiment

 

Avete mai visto un fulmine colpire un albero in mezzo ad un campo di grano?

Finalmente verrà chiarito un concetto che uniformerà la materia e l’energia, in relazione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.

Molti di voi avranno sentito parlare del leggendario “Esperimento Filadelfia” la famigerata nave “Eldridge DE-173” che lasciò il porto di Philadelphia per teletrasportarsi nello spazio e nel tempo, ebbene, lo scopo di questo articolo è, far luce sulla veridicità della storia (nel campo tecnologico) e comprendere da una nuova prospettiva alcuni meccanismi, che un giorno permetteranno al genere umano di migliorare notevolmente la conoscenza dell’universo.

Esiste una quinta dimensione oltre a quella quadrimensionale dello spaziotempo (spazio 3D + dimensione tempo) ed è l’iperspazio! La risposta è il “campo elettrico”. La scarica del fulmine è generata dalle particelle positive delle nuvole che vengono attratte dalle particelle negative presenti nel suolo. Sono stati osservati “strani” e “misteriosi” fenomeni in quanto la scarica ad altissimo potenziale “elettrico” che ha colpito l’albero nel bel mezzo di una tempesta, ha “letteralmente” fuso alcune spighe di grano all’interno della corteccia (noto effetto hutchison) un cerchione d’auto vettura si è fuso con il tronco di un albero, è stato osservato inoltre che una paglia di frumento divenne incorporata nel legno duro di un palo del telefono. Anche in presenza di tornado ed uragani si creano dei potenziali elettrici così grandi da distorcere lo spaziotempo e riprodurre i fenomeni descritti in precedenza. Per le normali leggi chimico-fisiche è impossibile trovare spiegazione logica. Qui si parla di “salto dimensionale”, il fulmine è un effetto dell’iperspazio cioè della quinta dimensione “vettoriale” che viene richiamata alla nostra dimensione 3D per mezzo del “campo elettrico”. Infatti nell’esperimento Hutchison, l’alto potenziale elettrico (125 Kv) di una superficie quadrata metallica altamente polarizzata accoppiato ad una sorgente elettromagnetica (fascio di microonde) genera il suddetto fenomeno di disturbo o interferenza elettomagnetica, causando la fusione della materia organica con la materia inorganica (come il coltello fuso nel pezzo di legno), la fusione di metallo su un foglio di carta (senza che quest’ultimo prendesse fuoco) ed infine la levitazione di una sfera da 27 Kg. Stessa e “strana” coincidenza la troviamo nelle testimonianze dell’esperimento Philadelphia, avvenuto nell’anno 1943, in cui si racconta che i marinai bruciarono per 18 giorni senza carbonizzare ed alcuni uomini furono trovati “fusi” nelle lamiere d’acciaio della paratia. St.Clair John Quincy, brevettò il “Magnetic Vortex Wormhole Generator” proprio studiando il fenomeno dei fulmini.

Non trovate dunque la corrispondenza con l’effetto Hutchison ed il salto quantico?

Ora si va ad esaminare in maniera dettagliata, scavando più affondo nella fisica e tecnologia studiata e utilizzata sulla Eldridge DE-173 per ottenere il salto quantico con teletrasporto nello spazio e nel tempo. Per cominciare a schiarir bene le idee, bisogna dapprima evitare di far confusione fra “campi elettrici” utilizzati per uno scopo e “campi magnetici” usati per un altro. Nel mondo dell’elettronica vi è infatti differenza tra corrente DC e AC, tra campi pulsati e campi rotanti, tra onde ELF e HF o frequenze delle microonde o radar; tra vettoriale e scalare. Un tecnico elettronico sa che senza una teoria dettagliata, non si possono impostare i valori di tensioni e correnti, livelli di potenza, frequenze, forme d’onda, larghezza di impulso o cicli di lavoro per cui è bene tenere presente tutto.

Secondo alcune testimonianze di scienziati militari o civili ed ingegneri elettronici si nota che:

  • C’erano 4 trasmettitori RF da 2Mw ciascuno e furono gradualmente portati a produrre un campo rotante. Essi sono stati regolati ad un duty cycle del 10 %. Quattro grandi bobine fissate sul ponte della nave generavano campi magnetici. Erano alimentate da 2 grandi generatori da 75 KVAH posti giù nella stiva della nave. Vi erano amplificatori a valvole (3000 valvole termoioniche) ed un ampliaron (amplificatore RF di grande potenza). L’alimentazione a bassa frequenza era regolamentata da circuiti speciali di sincronizzazione detti “single-end” per essere sicuri che i due generatori fossero in sincronia assoluta altrimenti non avrebbe funzionato. Uno speciale “sistema di generazione” fu costruito da Nikola Tesla con un altro “dispositivo a legami dispari” direttamente al “generatore a Tempo Zero di riferimento”. Si tratta di un sistema che si chiude semplicemente con il campo della Terra sulla struttura del campo magnetico terrestre e anche sulla sua massa di risonanza (7,8 – 30 hertz) attraverso un sistema ingegnoso a pale rotanti progettato da Tesla.

 

  • C’era un sacco di elettricità statica al campo di forza associato che scorreva, in aumento potenzialmente in senso antiorario attorno alla piccola nave sperimentale della Marina, la DE 173. L’aria intorno alla nave ruotava leggermente dopo pochi minuti, una nebbia verde come una sottile nuvola si viene a formare, questo deve essere stato una nebbia di particelle atomiche. Successivamente il DE 173 divenne rapidamente invisibile agli occhi umani. È iniziato un ronzio, rapidamente costruito a un ronzio sussurrando e poi aumentato a un ronzio fortemente frizzante. L’esperimento secondo il dottor J. Manson Valentine, era stato realizzato utilizzando generatori magnetici – conosciuti come smagnetizzatori – che sono stati progettati per pulsare a frequenze di risonanza in modo da creare una “nuvola magnetica” per scopi mimetici, cioè un campo magnetico (Bolla magnetica di Ferlini) enorme su e intorno a una nave ormeggiata.

 

  • In pratica, si tratta di campi elettrici e magnetici pulsanti, rotanti e statici come segue:
    Un campo elettrico creato in una bobina induce un campo magnetico perpendicolare al primo. Ognuno di questi campi rappresenta un piano di spazio. Ma poiché ci sono 3 piani dello spazio, ci deve essere un terzo campo – forse uno gravitazionale. Collegando generatori elettromagnetici in modo da produrre un impulso magnetico, potrebbe essere possibile produrre questo terzo campo attraverso il principio di risonanza. Una cosa che emerge, interessante, è il concetto che un campo gravitazionale puro può esistere senza un campo elettromagnetico. Ma un campo elettromagnetico puro non può esistere senza un campo gravitazionale di accompagnamento.

 

  • Noi sosteniamo che il tornado e gli uragani sono esempi di un ciclotrone in senso inverso.
    “A causa della inclinazione della Terra in riferimento alla direzione della particella ad alta velocità, la particella viene dirottata fino alle cinture del tornado o zone di uragani. Qui esistono le condizioni atmosferiche giuste per formare le lastre elettrostatiche.
    La particella ad alta energia, carica le piastre del grande condensatore (Pianeta Terra) e una smorzata oscillante di onde radio viene creata. Onde stazionarie ad alta tensione vengono create. La smorzata oscillante di onde radio, insieme con il campo magnetico terrestre, produce un’azione ciclotronica dell’atmosfera. In altre parole, viene creato un “ciclotrone” realizzato dalla Natura. A causa degli elevati potenziali elettrici creati e le alte onde stazionarie prodotte, le informazioni che costituiscono la “paglia integrata nel vetro” (fenomeno di salto quantico) al passaggio di un tornado, sono tradotte come (spostato) nel tempo. Una traduzione in tempo è una traduzione nello spazio.

 

  • La bobina caduceo se viene eccitata (opposti avvolgimenti elicoidali su un nucleo di ferrite) crea un “campo di tempo”. * Notasi che gli avvolgimenti elicoidali del circuito primario del trasformatore di Tesla di cui parlava Preston B Nichols, anch’essi generano dei potenziali di tempo alterato. Esiste un iperspazio fisico con un flusso di energia elettrica che fluisce ortogonale al nostro spazio tridimensionale. In dettaglio uno dei moduli rotanti dimensionali viene chiamato (Campo Elettromagnetico Risonante) abbreviato REF.

 

  • A differenza della risonanza magnetica, nella NER (Risonanza Elettrica Nucleare) viene influenzata sia la rotazione polare che quella assiale. La rotazione polare è direttamente correlata al campo gravitazionale. La risonanza elettrica nucleare può avvenire solo ad altissima tensione elettrica, in contemporanea ad ultra – alte frequenze AC.

 

Da queste osservazioni si conclude il campo magnetico di cui parlava Al Bielek è stato usato per ottenere l’invisibilità ottica (se sfasato a 60°). I marinai dell’esperimento Philadelphia fusi nell’acciaio della nave, non sono da considerare energia elettromagnetica come si pensava che fosse ma piuttosto parte integrante stessa del “campo elettrico” che ha permesso loro di effettuare il “salto quantico” e attraversare liberamente lo spazio ed il tempo.

 

http://mondomisteri.altervista.org/blog/salto-dimensionale/

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28 marzo 2014 5 28 /03 /marzo /2014 22:33

 

L'ESPERIENZA INTERATTIVA DEI CELTI CON L'ALDILA'.

 

Come tutti i Popoli naturali, i Celti ponevano poche barriere tra visibile e invisibile e credevano che l'accesso al mondo dell'Aldilà fosse consentito anche ai vivi.
Gli ingressi erano immaginati presso certi incroci di strade oppure vicino alle tombe. Si considerava pericoloso per i bambini e per gli ammalati avventurarsi nell'Aldilà poichè si pensava che non avessero le energie necessarie per il loro ritorno al mondo dei vivi.
Il druidismo interpretava l'esperienza dell'Aldilà come una particolare esperienza posta al di fuori dell'illusione sensoriale del visibile.
Il mondo invisibile non era inteso come un vero e proprio luogo, ma piuttosto come uno stato di coscienza e quindi come tale raggiungibile in qualsiasi momento.
Il druidismo proponeva la simulazione esperienziale delle tre morti che segnavano il cammino evolutivo dell'individuo attraverso i mondi in cui si suddivideva l'esistenza. Una era quella rappresentata dal decesso sul piano fisico e le altre due come esperienze mistiche che avrebbero portato il defunto a procedere nel mondo dell'Aldilà sino ad accedere alla conoscenza del mondo spirituale di Gwenved.
I druidi insegnavano in proposito la possibilità di giungere anche da vivi all'esperienza del mondo spirituale di Gwenved attraverso la pratica della meditazione, tacitando le pulsioni del corpo e della mente per consentire alla dimensione spirituale di poter attuare il suo risveglio al piano del mondo reale dello Shan.
Il druidismo proponeva altresì l'esperienza della simulazione della prima e della seconda morte per poter accedere alla visione e all'interazione con il mondo della matchka.
Per poter fare questo proponeva la tacitazione del solo corpo e la pacificazione della mente.
Tecniche che sono alla base dell'esperienza della Trance medianica e riprese dalla scienza moderna con gli esperimenti cosiddetti di deprivazione sensoriale di soggetti volontari posti in vasche speciali.

   

 

 

COME SPERIMENTARE UN CONTATTO CON IL MONDO DELL'ALDILA'.

I Celti attuavano il contatto con l'Autre-monde attraverso l'evocazione rituale dei morti e l'esperienza della trance che poteva avvenire in due modi:

  • la trance passiva o piccola trance Era la più semplice a realizzarsi ed era alla portata di tutti. In questa esperienza venivano utilizzati strumenti esterni all'individuo che avevano lo scopo di amplificare e rendere evidenti sul piano cosciente le manifestazioni dell'attività psichica dell'operatore.
  • la vera e propria trance Era indotta da pratiche interiorizzanti in grado di scatenare il processo percettivo, alle volte a mezzo di prassi ritualistiche o attraverso l'uso di particolari erbe. La sua realizzazione richiedeva l'impiego di persone particolari, i "medium", dotate di una specifica predisposizione personale al fenomeno.

DUE ESPERIENZE DI CONTATTO CON LA PICCOLA TRANCE.

Sulla scorta di quanto riportano le antiche tradizioni, oggi possiamo realizzare una esperienza di contatto con la dimensione misteriosa dell'Autre-monde attraverso tre situazioni facili da realizzarsi per attuare esperimenti relativi alla piccola trance:

 

  • l'uso della planchette.

     

     

    •  

    • attuare l'esperimento in un ambiente quieto e moderatamente illuminato
    • realizzare una planchette (un foglio di carta con la disposizione disegnata delle lettere dell'alfabeto, dei numeri e di un Si e un No) e procurarsi un bicchiere da tavola che va posato rovesciato al centro della planchette
    • porre da soli (meglio con altre persone) il dito indice della mano destra sul bicchiere (il dito deve essere appoggiato al bicchiere lievemente, tanto da fare contatto, assolutamente senza premere e senza contrarre il dito)
    • cercare di non farsi coinvolgere dai pensieri, rimanere passivi, quieti e rilassati
    • porre una specifica domanda e rimanere in attesa passiva (la domanda deve essere semplice e lineare)
    • lasciare che il bicchiere si sposti da solo senza far nulla (né fermare il bicchiere e neppure sospingerlo forzatamente ma seguire il suo movimento mantenendo lo stesso tipo di contatto indicato)
    • annotare le lettere delle caselle su cui si sofferma il bicchiere
    • al termine dell'esperienza congedarsi dall'ente richiamato

     

  • l'uso del tavolino semovente.

     

    • attuare l'esperimento in un ambiente quieto e moderatamente illuminato
    • reperire un tavolino a tre gambe e prendere posto intorno ad esso appoggiando entrambi i palmi aperti senza premere sul piano del tavolino. Si deve aver cura che i propri pollici siano in contatto tra di loro mentre le dita estreme siano in contatto con quelle degli altri.
    • inspirare e espirare lentamente e quietamente
    • ad ogni espirazione rilasciare le membra abbandonandole
    • cercare di non farsi coinvolgere dai pensieri, rimanere passivi, quieti, rilassati e abbandonati
    • il conduttore della seduta evoca una possibile entità presente che voglia entrare in contatto con i presenti
    • l'evento viene confermato da un improvviso e lento movimento del tavolo. Lasciare che il tavolo si alzi da solo (solitamente sulle due gambe) senza far nulla (né fermarlo e neppure sospingerlo forzatamente ma seguire con le mani appoggiate il suo movimento mantenendo lo stesso tipo di contatto indicato)
    • porre una specifica domanda e rimanere in attesa passiva (la domanda deve essere semplice e lineare)
    • la risposta sarà data dai colpi del tavolo sul pavimento:
      - ad una domanda basata sul si o sul no: un colpo per il si e due colpi per il no
      - ad una domanda che richiede una frase in risposta: un colpo per la A e così via
    • annotare le domande e le risposte
    • al termine dell'esperienza congedarsi dall'ente richiamato

 

 

Per verificare la validità dell'esperimento uno dei presenti può nascondere all'insaputa degli altri un oggetto qualsiasi nella stanza e quindi chiedere all'ente intervenuto se vuole collaborare all'esperimento indicando dove l'oggetto può essere stato nascosto

L'EVOCAZIONE RITUALE DEI DEFUNTI.

Nell'antichità il contatto con i defunti non era cercato solamente attraverso l'applicazione delle metodologie dell'esperienza della trance, ma anche con altri sistemi basati sull'evocazione rituale.

 

  • l'esperienza della Sala buia.
    In questo caso i consultanti che cercavano di avere un contatto con i defunti si chiudevano in una sala ampia e buia, ponendosi in una condizione giudicata favorevole al contatto stesso, dove non c'erano fonti di rumore o di altra distrazione.
    Qui si sedevano comodamente cercando di non farsi coinvolgere dai pensieri, rimanendo passivi, quieti, rilassati e abbandonati sui loro sedili.
    Formulavano ad alta voce le loro domande di richiesta di un incontro con i defunti mantenendo la propria attenzione e evitando di addormentarsi, rimanendo in attesa di una qualsiasi manifestazione. Dovevano fare attenzione a non impaurirsi se venivano toccati o se sentivano voci improprie o stentate poichè il loro terrore avrebbe attirato entità ostili che potevano arrecare loro danno sul piano psichico. Le tradizioni riportano che spesso in questo modo apparivano ai consultanti i defunti interpellati in forma evanescente e parzialmente luminosa tanto da mostrare le loro fattezze.
  • il caso dei "negromanti".
    Sulla base dell'antica esperienza evocativa della "sala buia" nei recenti secoli vennero attivati rituali di evocazione dei defunti per vari scopi.
    Le cronache del 1846 riportano le evocazioni del famoso occultista inglese il Dr. John Dee eseguite nei cimiteri di Londra allo scopo di risveglliare i morti e utilizzarli per "fatture" di morte e affari di cuore.
    John Dee evocava i morti con l'uso di formule magiche proteggendosi dalla loro influenza rimanendo all'interno di un cerchio magico disegnato sul terreno.
  • il caso del Voodoo.
    Un classimo modo di evocazione degli abitanti dell'Aldilà, defunti e demoni, appartiene alla cultura religiosa delle pratiche del Voodoo.
    I riti del Voodoo prevedono invocazioni religiose che possono risvegliare i morti e le divinità benevole o malvagie dell'Aldilà che prendono possesso dei danzatori e parlano con la loro voce.

Dal libro di Giancarlo Barbadoro "Antropologia dello spiritismo", Edizioni Triskel, Torino 2005

  http://www.merlino.org/dt-menu.htm

 

 

 

 

 

 

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22 marzo 2014 6 22 /03 /marzo /2014 23:02

"Le osservazioni di UFO non sono necessariamente provocate da viaggiatori spaziali. Il fenomeno può essere la manifestazione di una tecnologia molto più complessa. Se il Tempo e lo Spazio non hanno una struttura molto semplice come quella ipotizzata dagli scienziati, la questione è allora 'Da dove vengono'? Ciò può sembrare senza senso, ma potrebbero venire da un luogo nel Tempo. Se la Coscienza si può manifestare al di fuori del corpo, allora l'eventualità delle ipotesi può essere ancora più larga." Messaggeri di Illusioni di Jacques Vallèe

 

Per via delle sue idee Vallèe venne allontanato dal mondo degli ufologi, infatti lui si era convinto che gli alieni non fossero degli extraterrestri, ma esseri intradimensionali, e questo non fece felici i suoi colleghi. Alcuni investigatori, specialmente Ray Palmer, John Keel e Salvatore Freíxedo, hanno suggerito, sia in dichiarazioni pubbliche sia in conversazioni private con il sottoscritto, che potrebbe esistere un legame fra i fenomeni UFO e quelli occulti. A prima volta uno scienziato troverà assurda la sola idea di un simile collegamento, eppure i casi descritti in questo libro hanno già rivelato i legami fra i gruppi e le sette consacrate all'occulto da un lato e le organizzazioni coinvolte nelle ricerche UFO dall'altro. Molti dei fenomeni segnalati dai testimoni includono effetti di Poltergeist, levitazione, controllo psichico, guarigioni ed esperienze extracorporee: tutte cose familiari a chi si occupa di letteratura dell'occulto, descritte in modo particolareggiato in opere del dicíannovesimo secolo firmate dal dottor Encausse, dal barone Reichenbach, da Eliphas Levi, da Camille Flammarion e da molti altri scrittori europei.    

Comunque, adesso ti farò un elenco dei principali fenomeni raccontati dalle persone che giurano di avere avuto contatti con gli alieni, dimmi poi se ti ricordano qualcosa:

  • Vedere ombre che si muovono nella stanza.
  • Vedere creature in carne e ossa nei pressi del proprio letto.
  • Vedere esseri lunimosi nei pressi del proprio letto.
  • Vedere lampi di luce.
  • Sentire passi umani che si avvicinano oppure si allontanano (a volte anche di corsa).
  • Sentire una sorta di sparo come se un oggetto pesante fosse appena caduto.
  • Sentire fruscii.
  • Sentire i sospiri di qualcuno nella stanza.
  • Sentire voci di persone che sussurrano (spesso all’orecchio).
  • Sentire chiamare il proprio nome.
  • Sentire musica.
  • Sensazione di essere toccati.
  • Sensazione di essere schiacciati sul letto.
  • Sensazione di essere sollevati (totalmente o anche sono una parte del corpo come le gambe).
  • Immobilità e paralisi.

Questi sono solo quelli che mi vengono in mente in questo momento, ma ce ne sono molti altri che ovviamente ricordano da vicino le classiche allucinazioni ipnagogiche. Inoltre, se hai mai letto qualche testo sull’argomento saprai benissimo che esistono alieni appartenenti a varie razze e provenienti da diverse galassie/dimensioni. Ci sono i rettiliani, i grigi, i nordici, le cavallette, gli esseri di luce e tanti altri ancora. Tra di loro sembra ce ne siano anche alcuni che non vogliono il nostro male ma aiutarci ad evolvere, sarebbero buoni insomma, come i ribelli della serie Visitors.

Comunque sia, anche questo gruppo può passare attraverso i muri e le finestre, rapire le persone dai loro letti e non per portarli all’interno delle loro astronavi o in basi sotterraneee segretissime, salvo poi restituirle alla terra da dove le hanno portate via con qualche ricordino fisico come piccole ferite e segni vari.

Uno dei primo fenomeni di abduction di cui si è a conoscenza viene descritto da Eliphas Levi rifacendosi a testi scritti nell'VIII° secolo su fatti avvenuti in Francia:

"Sotto il regno di Pipino il Breve si manifestarono in Francia fenomeni assai singolari. L’aria era piena di figure umane, il cielo rifletteva immagini di palazzi, di giardini, di flutti agitati, di vascelli con le vele al vento e di eserciti in ordine d battaglia. L’atmosfera rassomigliava ad un grande sogno: tutti potevano distinguere i dettagli di questi quadri fantastici. Si trattava di un’epidemia che colpiva gli organi visivi o di una perturbazione atmosferica proiettante miraggi nell’aria condensata? L’immaginazione era trascinata da queste meravigliose fantasie quando apparivano i miraggi celesti, le figure umane fra le nubi. Si confondevano i sogni con lo stato di veglia, e parecchie persone si credettero levate in alto da creature aeree. Non si parlò che di viaggi nei paesi dei silfi… la follia s’impadronì delle menti più sagge, ed alfine la Chiesa dovette intervenire."

 

I silfi o sifilidi sono gli spiriti elementali dell’aria che nelle leggende popolari venivano raffigurati come esseri superiori, di statura molto piccola, usi ad infastidire i dormienti. Secondo le cronache dell'epoca un cabalista del Regno di Carlo Magno cercò di convincere il popolo della loro esistenza chiedendo ai Silfi di mostrarsi a loro. Essi lo fecero comparendo nel cielo, la gente però si rifiutò di credere che fossero reali. I silfi, allora, per cercare di convincere il popolo, presero a rapire uomini e donne per condurli nella loro patria, Magonia, luogo meraviglioso ed incredibile, e mostrare loro inauditi prodigi.

Nel 1979 Vallée pubblica un nuovo libro, più controverso ancora del precedente, intitolato Messengers of Deception - UFO Contacts and Cults (anche questo tradotto in Italia, col titolo Messaggeri di illusioni: il culto degli UFO, Sperling & Kupfer 1984). La preoccupazione dell'autore è rivolta alle implicazioni sociali dell'ufologia. Accanto alla componente fisica (gli oggetti osservati e la loro causa) e a quella psicologica (relativa ai singoli testimoni), Vallée vede infatti un effetto sociologico (a livello di massa) del problema UFO, che sarebbe manipolato o comunque sfruttato da qualcuno - i servizi segreti delle varie nazioni o qualche tipo di società segreta - per secondi fini. Per sostenere tale tesi, punta soprattutto su un'analisi di aspetti apparentemente marginali: le sette cultiste create attorno alle figure carismatiche dei contattisti (che rappresenterebbero una forma di "nuova religione", non spontanea ma manipolata) ed i misteriosi casi di mutilazione del bestiame che negli anni '70 hanno invaso l'America (e che sarebbero un aspetto della tecnologia psicotronica rappresentata dal fenomeno UFO: eventi fisici usati per influenzare la coscienza delle persone).

Il libro riceve una fredda accoglienza da parte dell'intera comunità ufologica. Jacques Vallée si tira quindi in disparte e scompare dalla scena per diversi anni.

 

 

 

 

 

http://www.onirolandia.com/presenze/alieni.html

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