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30 aprile 2020 4 30 /04 /aprile /2020 23:04

Oggi sentiamo molto parlare di “teoria del complotto” o “complottismo”, ma sono in pochi ad avere le idee chiare a riguardo. I complottisti credono che alcuni eventi politici, sociali o talvolta anche naturali, che i media e i capi di stato cercano di sminuire o spiegare in maniera superficiale, siano in realtà frutto di cospirazioni spesso ai danni del popolo.

Esistono molti tipi di complotti e quindi la branca del complottismo è molto vasta, ma in questo articolo vi parlo di un ramo della teoria che prende in esame i possibili contatti tra esseri umani e entità extraterrestri. Per quanto le credenze sulla presenza degli alieni sul nostro pianeta sembrino recenti, in realtà sono radicate nella storia e vanno indietro di secoli, se non di millenni (basta considerare i molti reperti archeologici che si crede contengano prova di contatti con razze extraterrestri); tuttavia nel secolo scorso queste credenze sono state alimentate da personaggi illustri che hanno fatto esplodere quella che oggi chiamiamo “ufologia”.
A noi questi nomi dicono poco, ma tutti gli ufologi del mondo conoscono Bill Cooper, John Lear e Philip Schneider: in realtà ce ne sono molti altri, ma questi tre sono indicati come le principali persone che hanno svelato e chiarito un incredibile accordo stipulato tra gli americani e la razza aliena conosciuta come “Grigi”. Tutto sembra essere iniziato nel febbraio del 1954 quando fu stipulato il Trattato di Greata.
Io in questo articolo semplifico e sintetizzo molto i concetti, anche perchè il Trattato di Greata ha generato un’ottica complottistica piuttosto articolata e che si basa su moltissimi documenti che si crede appartengano ai vertici militari e politici mondiali; qui di seguito cercherò di chiarire quello che probabilmente fu l’inizio dell’ “era ufologica” e su cosa si basano oggi le teorie complottistiche sugli alieni.
Secondo Bill Cooper e molti altri ex militari statunitensi nel febbraio del 1954, dopo aver orbitato per qualche tempo intorno all’equatore, una navicella di alieni Grigi è atterrata presso la base dell’Air Force di Muroc Airfield (oggi si chiama Edwards) e ha stabilito il primo contatto “moderno” tra umani e extraterrestri.
I famosi Grigi affermarono di essere originari di Zeta Reticuli, ma di avere diverse basi nei pressi e all’interno del nostro sistema solare; la loro presenza sulla Terra era giustificata come una missione di ricerca e sperimentazione per poter preservare la loro razza.
A questo punto, come vi ho detto, la cosa si complica, ma una delle teorie più accreditate vuole che durante quello e diversi incontri successivi i Grigi svelarono che i loro pianeti di origine erano stati investiti da un intenso lampo gamma (semplificando è un raggio cosmico proveniente da corpi celesti e potenzialmente distruttivo anche a milioni di anni luce di distanza) che aveva causato la morte di gran parte della loro civiltà e avrebbe compromesso la capacità riproduttiva di quelli rimasti. Per poter salvare la loro specie era necessario raccogliere risorse presenti sulla Terra e condurre degli esperimenti genetici su diverse specie (sia animali che esseri umani) per isolare e combinare i due genomi e creare una razza ibrida in grado di sopravvivere a loro stessi.
Ambasciatori alieni e umani si incontrarono per trovare un accordo e gli alieni promisero una contropartita che fu presentata direttamente al presidente Eisenhower. Quell’accordo prese appunto il nome di “Trattato di Greada” (oggi storpiato in Grenada).

Ma cosa comprendeva l’accordo?

– Agli alieni fu concesso di prelevare capi di bestiame, minerali, vegetali e anche di compiere esperimenti di impianto su alcuni esseri umani, a patto che agli esseri umani non fossero causati danni permanenti, che venisse loro cancellata la memoria e che i Grigi avessero fornito una lista di tutte le loro ricerche e tutti gli esperimenti all’ufficio governativo segreto denominato “Majestic Twelve” (MJ-12). Agli alieni veniva concessa la possibilità di operare in segreto nelle profondità della Terra e in alcune basi sui fondali oceanici dove avrebbero potuto allestire i loro avanzati impianti e stabilirsi fino al termine delle loro ricerche.

– Per contro i Grigi avrebbero fornito agli Stati Uniti una tecnologia avanzata che ne avrebbe aiutato lo sviluppo scientifico e militare e avrebbero collaborato con gli esseri umani istruendoli e dotandoli di dispositivi elettronici tali da permettere un più rapido progresso. Gli alieni promisero di cedere agli americani informazioni e strumenti innovativi nel campo dell’industria spaziale, del trasporto aereo, della ricerca marina e terrestre; avrebbero inoltre insegnato loro come fabbricare rivoluzionarie leghe metalliche e dispositivi antigravitazionali. Infine i Grigi si impegnavano a non stipulare nessun tipo di accordo simile con altri esseri umani, specialmente di altri stati del mondo.

Entrambe le fazioni concordarono sull’utilizzare alcune basi segrete militari americane per le ricerche e lo scambio di informazioni scientifiche tra i Grigi e il governo degli Stati Uniti.


Le basi aliene sarebbero state costruite sottoterra, non lontano da alcune riserve indiane dello Utah, New Mexico, Arizona e in Colorado e che in due di esse umani e Grigi avrebbero collaborato lavorando assieme per il progresso di entrambe le sperimentazioni. Una di questa, secondo i cospirazionisti, fu la base segreta nota come “Dreamland”, posizionata in Nevada nella zona conosciuta come S-4, a circa 10 km a sud dell’Area 51.
Pare che l’accordo fu infranto dai Grigi perchè il numero di rapimenti fu di parecchio superiore rispetto a quanto era stipulato nel trattato.
Philip Schneider raccontò in diverse conferenze di essere un ingegnere, un geologo ed un esperto di esplosivi e di aver lavorato per gli Stati Uniti nella costruzione di molte installazioni sotterranee. Parlò del “Black Budget”, ovvero del fatto che fu redatto un bilancio segreto che avrebbe addirittura raggiunto il 25% del prodotto interno lordo degli USA: tutti quei soldi servirono per costruire ben 129 basi sotterranee a partire dalla fine degli anni ’40 ufficialmente per ricerche militari, ma usate per le sperimentazioni sia umane che extraterrestri. Affermò che la maggior parte di loro raggiungeva una profondità di oltre 1 km e che erano collegate da reti di tunnel dotate da treni ad alta velocità.

Due piccole curiosità:

1- Schneider affermò che nel 1979 venne assunto dalla Morrison-Knudsen Inc. per dirigere i lavori di scavo di alcuni nuove gallerie nella struttura sotterranea di Dulce; proprio durante quei lavori un’esplosione anomala causò un’apertura che condusse ad un insediamento di un’altra razza aliena presente nelle profondità della terra (c’è chi dice fossero Grigi Alti e chi Rettiliani) e ne nacque un conflitto a fuoco che provocò la morte di oltre 70 militari e operatori. Forse anche a causa delle sue molte rivelazioni a riguardo, Schneider subì diversi attentati e morì misteriosamente soffocato nel 1996.

 

2- Molti ufologi sono dell’opinione che tra il 1933 e il 1934 anche la Germania nazista ebbe contatti con gli alieni: a contrattare con loro però sarebbe stata la razza dei Pleiadiani, che insegnarono ai nazisti un’avanzatissima tecnologia che permetteva i viaggi spazio-temporali e alcune tecniche per il controllo mentale. Al termine della seconda guerra mondiale, nel 1946, i servizi segreti americani avviarono il progetto “Paperclip” che aveva lo scopo di recuperare tutti i documenti e gli scienziati tedeschi che avevano lavorato a contatto con i Pleiaidiani e impedire ad altri paesi di entrarne i possesso. La dimostrazione di questa acquisizione da parte degli americani sarebbe anche il fatto che il capo del Progetto Saturn V del programma Apollo si chiamava Wernher Magnus Maximilian Von Braun.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere

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27 aprile 2020 1 27 /04 /aprile /2020 23:45
Sono passati decenni, da fantomatici avvistamenti ufologici e palesemente classificati come fake, che la popolazione oramai stufa del famoso debunking, ovvero di una marea di notizie false, mischiate a quelle vere.

Il Pentagono quindi autorizza ufficialmente oggi la divulgazione di video riguardanti UFO, Unidentified flying objects, già filtrati al pubblico, da siti ufficiali e non.

Il Pentagono degli Stati Uniti o  Dipartimento alla Difesa, ha dato il via libera, alla divulgazione di ben tre filmati non secretati, uno dei quali registrato nel novembre 2004 e gli altri due nel gennaio 2015. I video erano stati diffusi nel 2007 e nel 2017, ha reso noto il dipartimento della Marina, dal portavoce Gradisher alla Cnn.

Nei video, catturati da sensori a infrarossi avanzati e che sono stati resi pubblici tra dicembre del 2017 e marzo 2018 da To The Stars Academy of Arts & Sciences, si vedono oggetti oblunghi spostarsi molto rapidamente. Nella clip del 2004, i sensori si fermano in particolare su un bersaglio in volo che poi accelera piegando sul lato sinistro dell'inquadratura, troppo rapidamente per consentire agli stessi sensori di riposizionarlo.

Era un "oggetto bianco, oblungo, rivolto verso nord, che si muoveva in modo irregolare", ha raccontato nel 2017 il pilota in pensione della Marina Usa, David Fravor: "Mentre mi avvicinavo... ha accelerato rapidamente ed è scomparso in meno di due secondi". L'oggetto in questione non aveva ali. Ma non era un elicottero, ha spiegato Fravor, "conosco bene la differenza tra un elicottero e quello che ho visto. Il tipo di movimento era completamente diverso. Quello che avevo davanti si spostava in modo estremamente brusco, come una pallina da ping pong che rimbalzava contro un muro". Quell'oggetto aveva "la capacità di librarsi sull'acqua e quindi iniziare una salita verticale, da praticamente zero fino a circa 12 mila piedi, per poi accelerare in meno di due secondi, e scomparire".

 

I funzionari hanno stabilito che la divulgazione ufficiale dei video non avrebbe “rivelato nulla circa capacità o sistemi” né avrebbe intaccato le indagini sugli oggetti volanti non identificati.

Ovviamente si parla solo di una piccola parte di qualcosa riguardante il settore ''alieni'', che tutto il popolo terrestre, aspetta con trepidazione per rispondersi senza più dubbio alcuno sulla domanda: siamo soli nell' Universo? 

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6 febbraio 2020 4 06 /02 /febbraio /2020 22:34
Nel corso del lavoro portato avanti dal nostro Progetto di lavoro abbiamo approfondito le figure dei Player riconducibili alle fazioni politiche degli Anunnaki sorte successivamente all’idea di Enki di creare quella nuova creatura frutto di ibridazione tra una specie autoctona, l’Homo Erectus, e gli Anunnaki stessi.

Fu così, grazie a un’opera di ingegneria genetica avanzata che comparì sulla scena del pianeta l’Homo Sapiens, avente come scopo quello di servire gli “dei” così come sostenuto tra gli altri nelle teorie del ricercatore italiano Biagio Russo e nei precedenti lavori di Atlanticus: “Manipolazioni genetiche all’alba del genere umano” presentato a Milano il 30/09/2012 e l’articolo “Il Seme degli Dei” entrambi scaricabili gratuitamente dal sito.

Tornando agli Anunnaki e al loro esperimento fin da subito si distinsero due specifiche fazioni con visioni totalmente antitetiche nei confronti della nuova creatura.

Da un lato i seguaci di Enlil che vedevano l’uomo come semplice strumento di lavoro in rispetto dello scopo per il quale era stato creato e che al tempo stesso temevano l’acquisizione da parte di questo di determinate conoscenze. Basti solo pensare alla reazione degli Elohim quando il “serpente” permise ad Adamo ed Eva di cogliere quel frutto.

Dall’altro i seguaci di Enki, desiderosi di fornire all’umanità quegli strumenti utili per evolversi socialmente, tecnologicamente e spiritualmente; strumenti allegoricamente rappresentati dal biblico frutto della conoscenza e dal cabalistico frutto dell’albero della Vita.

Immagine

Certi commentatori osservano come l'Albero della Vita sia un adattamento ebraico di simboli già presenti presso diversi popoli antichi: in effetti, ritroviamo in Egitto il sicomoro sacro come pure il Djed, che giocano un ruolo importante nell’esoterismo egizio. Altri Alberi della Vita esistevano ad esempio nella tradizione mesopotamica di Elam con potenti risonanze cosmogoniche. Sotto nomi diversi una stessa percezione si è installata in differenti culture: l’Albero della Vita si chiama l'A#347;vattha in India, l'Albero Bo o la ficus religiosa dei Buddhisti, il Frassino, Yggdrasil dei popoli nordici, l’Asherah originale degli Assiri, il Java-Aleim (Jahva Alhim declinato in ebraico nel seguito) della tradizione cabalistica caldea.

Nella cabala lo schema dell’Albero della Vita è composto, tra le altre cose, da dieci Sephirot, ovvero i dieci “strumenti” di Dio i cui nomi sono descritti nello schema riportato sopra, ognuna delle quali era dominata da uno degli Arcangeli.

La tradizione iconografica cristiana così come anche certe correnti spirituali new age ci hanno abituato a immaginare gli angeli come esseri spirituali, incorporei, che interagiscono benevolmente proteggendoci, ispirandoci e aiutandoci nelle scelte di tutti i giorni. Niente di più sbagliato se invece andiamo a osservare l’etimologia e l’origine della parola “angelo” e alla descrizione che si fa di essi nella Bibbia stessa.

Il termine "angelo" ha origine dal latino angelus, a sua volta derivato dal greco ánghelos, attestato nel dialetto miceneo nel XIV/XII secolo a.C. come akero, con il significato di inviato, messaggero; e, come messaggero degli Dei, il termine "angelo" appare per la prima volta nelle credenze religiose della Civiltà classica anche se fin dalla cultura religiosa dell'area mesopotamica sono state elaborate credenze sugli angeli, qui indicati con il termine “sukkal” (o sukol), che ritroveremo nei successivi monoteismi. Anche nelle culture mesopotamiche infatti il ruolo dell'angelo è quello di messaggero-inviato del dio: il sukkal di Marduk è, ad esempio, Nabu, quello di Anu è Papsukkal mentre quello di Inanna è Mummu.

Ed è proprio come inviati, messaggeri degli Elohim, che gli angeli annunciano ad Abramo che avrà un figlio così come sono due angeli, due Malakim, ad arrivare a Sodoma per consegnare a Lot il messaggio dell’imminente distruzione della città. Ma in questi come in molti altri casi citati nella Bibbia, gli angeli non si manifestano come entità spirituali, ma come veri e propri esseri in carne ed ossa dotati di fisicità e di quelle stesse passioni proprie degli uomini.

Non voglio con ciò negare la possibilità dell’esistenza di entità spirituali benevole abitanti un livello metafisico a noi non direttamente percepibile; semplicemente voglio affermare che gli angeli, i malakim descritti nella Bibbia non hanno nulla a che vedere con questo ‘mondo astrale’ considerato che di sovente vengono rappresentati nell’atto di mangiare, di bere e comunque di interagire a livello fisico con il mondo materiale in cui si muovono.

Concentriamoci ora sulla figura dell’Arcangelo, ovvero il livello gerarchicamente superiore all’angelo; Arcangelo che, come abbiamo citato prima, sovrintende la propria Sephirot. Gli Arcangeli più famosi sono l’Arcangelo Gabriele, l’Arcangelo Raffaele e a loro ulteriormente superiore, l’Arcangelo Michele; accanto ad essi si affiancano diversi Arcangeli minori: Raziel, Uriel, Amitiel, Samael, Camael… raggruppati in modo diverso a seconda delle diverse tradizioni, tutti comunque accomunati dalla sillaba finale “El” che li ricollega alla schiera degli Elohim.

ImmagineI tre Arcangeli maggiori, si noti Michele (nel mezzo) che nell’iconografia classica caccia Lucifero dalla schiera celeste

Già, i nostri Elohim della Bibbia, ovvero quegli “Antichi dei” di un tempo dimenticato, creatori di un Uomo a loro immagine e somiglianza, e divisi ‘politicamente’ tra due fazioni, gli Enkiliti e gli Enliliti facenti parte del pantheon di divinità sumere capeggiato da Anu e dai suoi due figli Enki ed Enlil e da altre divinità le quali governavano, centinaia di migliaia di anni fa, sul popolo degli Anunnaki.

E come esercitavano il loro potere? Proprio attraverso le gerarchie angeliche, equivalenti ai nostri ministri e funzionari pubblici in carica presso le istituzioni Anunnake al servizio dell’Elohim, oggi diremmo, ‘al governo’.

Sulla base della traslitterazione dei nomi originali degli Arcangeli e delle descrizioni che vengono loro attribuite dalla tradizione giudaico-cristiana (ma anche alcune citazioni coraniche) abbiamo così: Ra-Pha-El (Raffaele) un ipotetico funzionario del ministero di un ipotetico ministero della salute ante-litteram, Mi-Ka-El (Michele), apparentemente un importante funzionario militare, e Kha-Vir-El (Gabriele) forse dedito alle istituzioni collegate al mondo delle informazioni, delle comunicazioni, oggi diremmo dei media, considerato nel mondo contemporaneo, e non per caso, l’angelo protettore delle comunicazioni (radio, cinema, televisione), dei postini, degli ambasciatori, dei giornalai, dei corrieri, dei radioamatori, delle unità dell'Esercito Italiano appartenenti all'Arma delle Trasmissioni e, in generale, di chiunque "porta notizie" (cit.da Wikipedia).

In qualità di funzionari essi non avevano compiti politici o di governo e per questo non vengono mai annoverati nel pantheon degli Elohim. Il loro ruolo era quello di semplici esecutori del volere “divino” dei loro superiori, gli “antichi dei” Elohim governatori di un tempo dimenticato dalla nostra storia. Ora Enki o un suo fedele, ora Enlil o uno dei suoi seguaci, almeno fino alla lotta intestina al mondo Anunnako tra i due fratelli e allo scisma che ne derivò durante il quale il testo biblico narra della cacciata da parte dell’Arcangelo Michele di Lucifero e della schiera dei suoi fedelissimi che da quel momento verranno definiti “Angeli Caduti” o “Vigilanti” nel libro di Enoch.

I Vigilanti, erano come i Malakim, gli Angeli, messageri divini al servizio di Dio, ma "caduti in disgrazia", ovvero scacciati dal ministro della guerra Enlilita Mi-ka-El, che si aggiravano sulla terra in carne ed ossa. L'antica letteratura giudaica attribuisce ai Vigilanti specifici tratti somatici: molto alti, di pelle bianca, capelli bianchi lanosi, carnagione arrossata, occhi penetranti e volti di serpente; i testi mesopotamici ed altri racconti mediorientali sembrano confermare arricchendo le citazioni con "razze di giganti" e confermando che le divinità, antenate della civiltà, erano anch'essi di statura "gigante".

Dal libro di Enoch si racconta che i Vigilanti ribelli rivelarono all'uomo i segreti proibiti del cielo. Azazel "insegnò agli uomini a fare spade, coltelli, scudi e corazze e fece conoscere all'uomo l'arte di lavorare i metalli". Altri Vigilanti sono accusati di aver addestrato i mortali in campi scientifici, quali l'astronomia e la geografia, l'arte di abbellire il corpo, addirittura di "abortire".

Penemu, infine, istruì l'uomo sull'uso di "inchiostro e carta". Caratteri estremi e qualità sorprendenti, dunque, che, forse nulla hanno a che fare con la competenza di un "messaggero celeste" ma che sembrano riguardare più l'azione di una razza molto progredita che trasmette parte dei suoi segreti ad una cultura meno evoluta.

I resti umani trovati in Iraq, nelle tombe egizie, nei templi Maya, hanno mostrato che individui di alta statura e dotati di lunghe teste rappresentavano l'aristocrazia, la classe dominante delle primitive culture. Autori come Eric von Daniken e Zecharia Sitchin teorizzano che i Vigilanti avessero un'origine extraterrestre.

Immagine
Raffigurazione di un Vigilante ricostruita da Billie Walker John sulla base delle descrizioni del libro di Enoch

Ma la vita per i messaggeri degli dei non fu semplice, dopo lo scisma degli Anunnaki, avvenuto centinaia di migliaia di anni fa essi dovettero assistere e servire a un nuovo momento epocale nella storia dell’umanità. Il Diluvio Universale, la distruzione della civiltà di Atlantide promossa dagli Enkiliti e la successiva “Rinascita” di cui abbiamo parlato più volte nel nostro blog, durante la quale furono assegnati ad alcuni Elohim i territori in cui, in virtù del patto sancito da Enlil, si sarebbe dovuta organizzare la ripartenza della società umana azzerata dalla repentina fine della glaciazione di Wurm e dai conseguenti sconvolgimenti globali ricordati come Diluvio Universale.

C’è chi ottenne l’Egitto, chi l’Europa continentale, chi le regioni della valle dell’Indo e chi il mesoamerica con le rispettive popolazioni. Ma ci fu chi non ricevette nulla… e decise di prenderselo, per sempre.

Quell’Elohim si chiamava Yahweh! E come descritto nell’articolo “La Sconfitta della Rinascita” esso selezionò un gruppo di persone della famiglia di Abramo e scelse per loro una regione intermedia tra l’Egitto e le valli dei fiumi Tigri ed Eufrate, da dove muovere battaglia per la conquista dell’intero pianeta attraverso il “suo” popolo prescelto con il quale assoggettare tutte le terre e tutti i popoli della Terra in segno di disprezzo verso coloro che gli negarono un ruolo pari a quello degli altri Elohim.

Possiamo allora definire Yahweh come l’esponente più importante dell’ala più oltranzista degli Enliliti. E con ciò ci ricolleghiamo alle tre figure più volte ricordate nelle ricerche e nelle teorie prodotte dal Progetto Atlanticus:

- Player A: Enliliti, timorosi della possibilità dello sviluppo dell’Uomo, orientati alla ‘beata ignoranza’

- Player B: Enkiliti, fiduciosi e benevolenti nei confronti dell’umanità

- Player C: Enliliti oltranzisti, o metaforicamente definiti Rettiliani, dediti al dominio

Fu a questo punto che gli stessi Arcangeli decisero di iniziare a giocare un ruolo determinante nel tentativo di riportare un po’ di ordine non più come meri esecutori di ordini. Se in un primo momento essi si limitarono a svolgere i compiti assegnati loro dall’Elohim di turno riscontriamo a un certo punto della storia una sorta di ribellione degli Arcangeli enliliti Mi-Ka-El e Kha-Vir-El verso il loro nuovo sovrano ‘terrestre’ Yahweh. Il primo ritornò ad appoggiare la causa del Player A, ovvero degli Enliliti, mentre il secondo, Gabriele, apparentemente sposò la causa del Player B. Fu infatti quest’ultimo a comunicare la nascita di uno dei più grandi esponenti del Player B: Gesù Cristo.

La battaglia tra i tre Player continua e come gli Elohim stanno ancora giocando la loro partita così anche gli Arcangeli stanno svolgendo il loro eterno compito di messaggeri/funzionari degli Elohim.

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4 gennaio 2020 6 04 /01 /gennaio /2020 00:14

La preistoria aliena

Un gruppo di antropologi, che lavorano con le tribù di montagna in una zona remota dell'India, hanno fatto una scoperta sorprendente: Intricate pitture rupestri preistoriche raffiguranti alieni e imbarcazioni volanti difficilmente identifcabili.
Le immagini sono state trovate nel distretto Hoshangabad dello stato del Madhya Pradesh a soli 70 km dal centro comunale del Raisen. Le grotte sono nascoste all'interno di una fitta giungla.
Una chiara immagine di quello che potrebbe essere un alieno o ET in una tuta spaziale può essere vista in un dipinto della grotta insieme ad un classico UFO a forma di disco volante che pare sia una cosa che splende raggiante e sembra inviare raggi in alto o in basso. Un campo di forza o qualcosa di questo tipo si vede nella parte posteriore dell'UFO.

Inoltre è visibile un altro oggetto che potrebbe raffigurare un buco nero, che spiega come gli stranieri fossero in grado di raggiungere la Terra. Questa immagine può portare gli appassionati di UFO a concludere che le immagini potrebbero essere state elaborate con la partecipazione degli stranieri stessi.

Un archeologo locale, Wassim Khan, ha personalmente visto le immagini. Egli sostiene che gli oggetti e le creature raffigurati in esse sono del tutto anomali e diversi rispetto ad altri esempi, già scoperti, di arte rupestre preistorica raffiguranti la vita antica nella zona. Perciò egli ritiene che essi potrebbero suggerire che esseri provenienti da altri pianeti abbiano potuto interagire con gli esseri umani fin dalla preistoria: Si tratta di un sostegno di peso per la 'teoria degli antichi astronauti', che postula che la civiltà umana sia nata grazie alla benevola assistenza di stranieri, viaggiatori dello spazio.

Negli ultimi anni sono stati ritrovati anche altri graffiti rupestri simili a questo, altrettanto interessanti e misteriosi, ognuno di essi lascia molto spazio all'immaginazione e all'interpretazione, nessuno è in grado di dare una soluzione sicura, può sicuramente interpretarlo nella maniera piu razionale possibile, a voi l'interpretazione delle immagini.


I Sumeri e gli Annunaki

Anche i Sumeri credevono negli uomini venuti dalle stelle, già 5.000 anni fà, questi uomini chiamati Annunaki fecero la sua visita alla terra. Come si può vedere da queste immagini erono rapresentati con lineamenti che ricorda le lucertole, per i Sumeri erono diventati i loro Dei.

Questo oggetto, raffigurato quà sotto, fa capire che i Sumeri erono influenzati da qualcosa di non umano, potrebbero aver modellato questa scoltura per ricordare i mezzi con qui gli Annunaki siano sbarcati sulla Terra.

In questo reperto un po bizzarro, raffigura una specie di macchina o di astronave o qualcosa del genere con un uomo rannichiato all'interno, che sembra indossare una specie di tuta spaziale. Certo che lascia tanti dubbi, reperti simili danno da pensare che nel passato ci potrebbe essere stato qualche contatto.

 

In questa immagine si nota la rapresentazione del sistema solare, la conoscenza già a quei tempi del cosmo, è al quanto sorprendente, forsi i dei Annunaki insegnarono ai Sumeri l'arte di osservare le stelle e il loro segreti.


Alieni in Sud America

Come si vede da questa immagine, sembra che ai tempi dei Maya siano atterrati degli alieni, cosa potrebbe rapresentare questa scultura, forse un uomo venuto dal futuro?, un alieno appena atterrato, o addirittura un palombaro, o come potrebbe essere una tuta spazziale, come si vede nell'immagine qui sotto, sembra un astronauta dei nostri tempi.


La Lastra di Palenque

Era il giugno del 1952 quando Alberto Ruz Lhuillier un noto archeologo messicano, fa una scoperta sensazionale. Dopo ventanni di scavi nella città di Palenque, città Maya, portò alla luce un reperto veramente unico e di una importanza assoluta, la famosa Lastra di Palenque.
La lastra faceva da coperchio ad un sarcofago che conteneva il corpo di colui che era chiamato "Halac unic", ossia "Vero uomo", la lastra è lunga 380x220x25 cm, peso stimato circa 5 tonnellate.


Sembrerebbe, come si vede raffigurato, che quel uomo sia alle prese con qualche specie di macchina, più o meno come noi ai giorni nostri con auto, moto o macchinari da lavoro, la cosa è sorprendente, chisà sorse fra mille anni sapremo come andare indietro nel tempo, forse è quello che è successo o forse dei alieni atterrarono ed influenzarono i Maya con certe tecnologie per dominarli e comandarli, i famosi Dei?


La Sfinge

La meravigliosa Sfinge egiziana, nessuno può dire quando è stata fatta, ci sono tante teorie, c'è chi dice che è stata fatta al tempo del Faraone Kefren, perchè assomiglia a lui, c'è chi dice che è stata fatta dal primo Faraone "il Re Scorpione", poi c'è anche chi dice che è opera aliena, se si guarda il comlesso di Giza, si nota che le tre piramidi sono state costruite in maniera di riprodurre la cintura della costellazione di Orione, certi scienziati anno datato quel complesso al 10.000 A.C. come trall'altro tante altre costruzioni in giro per il mondo.

Come si può vedere da questa immagine sattellitare, la cintura di Orione sovraposta al complesso di Giza, sorpendentemente uguale.

Già dall'antico Egitto, si vedono cose strane, come questi disegni trovati su una parete di un tempio egiziano di 4.000 anni fà, il mondo si chiede da migliaia di anni come hanno fatto a quel tempo tutte quelle opere mastodontiche, chi dice che c'è stato un intervento alieno, e chi dice il contrario, forse non tutto è opera dell'uomo, come si vede da quei geroglifici, sembrerebbero astronavi, elicotteri o sommargibili, sicuramente un piccolo fondo di verità c'è.

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4 dicembre 2019 3 04 /12 /dicembre /2019 23:48

 Gli alieni che finora troppe persone ritengono una mera invenzione o favola, hanno creato qualcosa che solo negli ultimi decenni, l' uomo ha iniziato a sperimentare nello stesso identico modo: clonare esseri viventi per uno scopo che lascia molto perplessi. 

La clonazione umana è illegale in QUASI tutto il mondo ma ci sono dei fatti sorprendenti che fanno pensare i complottisti ad una clonazione degli esseri umani. L’Assemblea hhhhGenerale delle Nazioni Unite ha emanato una Dichiarazione sulla clonazione umana che vieta tutte le forme di clonazione di esseri umani in quanto incompatibili con la dignità umana e la protezione della vita, la sentenza vieta la clonazione anche per fini terapeutici in cui le cellule vengono clonate per trapianti e medicinali, molti paesi sono in disaccordo con la dichiarazione ma la moratoria dovrebbe essere rispettata da tutto il mondo. Finora come da fonti ufficiali nessun essere umano è stato clonato, ma dal 2008 alcuni ricercatori hanno creato con successo i primi 5 embrioni umani con il trasferimento nucleare di cellule somatiche (feeleth), dove il nucleo cellulare è prelevato da un donatore e trapiantato in una cellula uovo. Purtroppo la clonazione illegale può essere una triste realtà.

 

Nel 2002 il culto raeliano UFO avrebbe falsamente dichiarato di aver clonato il primo essere umano soprannominato Eva. Sembra che gli scienziati siano in grado di clonare la stessa persona a tempo indeterminato, creando l’immortalità genetica. In Giappone i ricercatori hanno utilizzato una nuova tecnica di clonazione per la produzione di 26 generazioni di topi con successo, clonate da un singolo individuo. In totale hanno prodotto 598 topi, tutti duplicati genetici. L’esperimento dimostra  1che le linee di clonazione dei mammiferi, esseri umani inclusi, possono poi cosi alieni ma terrestri clonati, tra cui i famosi alieni chiamati i Grigi, descritti come esseri che provano delle emozioni da Clifford Stone, sergente americano. Secondo Adam Kadmon: ” c’è l’interesse di certi signori a farci credere il contrario di cio che è realmente e che i Grigi sono cloni umani prodotti nei laboratori terrestri e usati a scopo scientifico e militare finalizzati all’esplorazione spaziale.

Mentre ufficialmente certe nazioni mentono sull’aver effettuato certe missioni con piloti per esplorare altri pianeti, sarebbero invece stati creati cloni umanoidi tenuti nascosti perchè l opinione pubblica e certe religioni avrebbero ostacolato tale progetto considerandolo immorale per motivi che potete immaginare. Ma allora se davvero esistessero quale sarebbe l’aspetto di questi cloni?

Se gli alieni fossero davvero ostili, avendo il pieno potere dello spazio aereo, degli abissi, essendo tecnologicamente superiori, avrebbero gia sterminato la razza umana da molto tempo senza bisogno di restare nascosti, che non avrebbero necessita’ di rapire esseri umani perchè basterebbero pochi esemplari per studiare l essere umano. i Grigi potrebbero essere cloni creati in laboratori militari e la minaccia esterna potrebbe essere una simulazione dell’esecutivo occulto che, per coagulare il consenso della popolazione mondiale verso un unico (e tirannico) stato planetario, inscenerebbe un’invasione “aliena” “

 

Alcuni ufologi ritengono che il governo degli Stati Uniti e i servizi di intelligence di altri paesi starebbero curando dei contatti con degli alieni particolarmente collaborativi ottenendo da loro una serie di avanzate tecnologie, tra cui la creazione di cloni umani, che verrebbero “riprodotti” all’interno di laboratori segreti gestiti da occulte agenzie governative.
Questi sospetti sono totalmente in linea con quanto sostenuto dall’ufologa e medico ipnoterapeuta Katharine Wilson . Dopo l’uscita del suo libro sui casi di sequestro di persona la ricercatrice ha depositato una pluralità di casi di abducion segnalati dai suoi lettori.
L’esame di questi pazienti sotto ipnosi ha dimostrato che le loro storie contengono veramente una serie di dettagli particolarmente raccapriccianti. Dzhon Koleman nel suo libro “Il Comitato 300. Il mistero di un governo mondiale” avanza l’ipotesi che alcune delle razze aliene, tra cui il cosiddetto “grigio” (una creatura aliena di bassa statura e con una grande testa) non è altro che il clone di sé stesso. I cosiddetti Grigi non possono riprodursi come gli esseri umani, e quindi sono costretti a fare ricorso alla clonazione artificiale che consentirebbe loro di auto replicarsi per molte generazioni.

 

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3 dicembre 2019 2 03 /12 /dicembre /2019 23:06

Tante sono le ipotesi del perché della nostra esistenza, tra motivi religiosi e in contrapposizione di scienziati che ipotizzano la nostra esistenza in una casualità di avvenimenti scaturiti dall’ origine del big bang, ne esiste una,in particolare, che Alfredo Lissoni, noto ufologo e clipeologo, da dei riferimenti chiari su un ipotesi del mistero della vita e trovare delle risposte a quelle domande.

Per arrivare alla risposte dobbiamo iniziare dall’ affermazione Vladimir Sheherback scienziato esperto di modelli matematici dell’università del Kazakistan. Egli ha recentemente formulato un’ipotesi di quelle che lasciano senza fiato: l’informazione contenuta nel patrimonio genetico degli esseri viventi della Terra potrebbe contenere un messaggio proveniente da creature di altri mondi.

 

Infatti avrebbe individuato nei geni alcuni raggruppamenti di aminoacidi e, all’ interno di questi gruppi, sequenze di formazioni simmetriche che ben difficilmente possono essere il risultato di un’origine naturale del nostro codice genetico: il DNA. Con questa sigla viene definito l’acido desossiribonucleico, presente all’interno del nucleo delle cellule umane è il contenitore dei caratteri ereditari.

Questo acido, che costituisce la sostanza fondamentale del gene, è affidata la sintesi delle proteine. Sheherback ha parlato addirittura di un secondo livello di informazione inserito nel codice genetico, che potrebbe contenere messaggi inviati sulla Terra da parte di esseri pensanti esistenti in qualche punto dell’Universo. Si tratterebbe di un messaggio significativo inserito in una molecola artificiale di DNA. Il nostro codice genetico funge da registratore biologico, dove é scritto tutto, di quali malattie siamo portatori o ci ammaleremo e a quale età questo avverrà, quanto saremo alti, di quale colore avremo gli occhi, i capelli e persino, approssimativamente, la data della nostra morte e se questa avverrà per infarto o per arresto cardiaco.

Un’altra sorprendente presa di posizione è quella dello scienziato Francis Crick, cioè proprio dello scopritore della struttura del DNA, il quale asserisce che la vita è troppo inauditamente complicata per potersi essere formata a caso.

Uno studio che ha analizzato il DNA degli antenati degli odierni papuani e delle persone che oggi vivono nel sud-est asiatico e in nuova Guinea afferma che questi ultimi devono il loro DNA non a un solo ceppo appartenente ai Denisoviani ma a due distinti, separati l’uno dall’altro per centinaia di migliaia di anni. Anzi, il secondo dei lignaggi di Denisovani è così diverso dall’altro che, secondo gli stessi ricercatori, dovrebbe essere considerato come una specie completamente distinta, una nuova specie di ominidi arcaici.

 

La ricerca è apparsa su Cell e suggerisce, supportata anche da altre ricerche precedenti che indicavano una terza discendenza di Denisovani nei genomi dei moderni siberiani, dei nativi americani degli asiatici orientali, che gli esseri umani si sono incrociati con popolazioni di Denisovani più volte nel passato e in regioni isolate geograficamente l’una dall’altra.

Secondo l’autore senior dello studio, Murray Cox della Massey University in Nuova Zelanda, non bisogna più rifarsi all’idea che quei gruppi di esseri umani che avevano da poco lasciato l’Africa per popolare il mondo fossero rappresentati solo da Homo sapiens e uomini di Neanderthal: “Pensavamo che fossimo solo noi – umani moderni – e uomini di Neanderthal. Ora sappiamo che c’era un’enorme varietà di gruppi simili a umani trovati in tutto il pianeta, i nostri antenati sono venuti in contatto con loro per tutto il tempo.”

Questo studio, secondo lo stesso Cox, suggerisce inoltre che il centro della diversità per quanto riguarda la diversità delle specie di ominidi non era dunque l’Europa e neanche il nord ghiacciato all’Asia tropicale ma il sud-est asiatico.
La regione del sud-est asiatico, dunque,viene considerata sempre di più, anche a fronte dei recenti ritrovamenti di ossa che tra l’altro hanno portato alla classificazione di diverse altre specie di ominidi, come una zona chiave anche per l’evoluzione dell’ Homo sapiens al di fuori dell’Africa dato che i nostri antenati sembrano essersi incrociati a più riprese con altre specie.

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1 dicembre 2019 7 01 /12 /dicembre /2019 23:27
Alieni e fantasmi: esiste un collegamento?

Alieni e fantasmi possono avere un collegamento di quale tipo? Conosciamo oramai una moltitudine di esseri di altri mondi che hanno preso ''residenza'' nel nostro pianeta, conosciuti come grigi, pleiadiani, ecc... che la gente lo possa accettare o meno come verità; ma nessuno finora si è mai chiesto come con la dipartita dell' essere, cosa succede alla sua anima.

Nel genere umano parliamo di anima ma nel genere extraterrestre, potremmo parlare di entità, esseri di luce, i quali non muoiono ma mutano, bypassando la forma fisica per divenire essere evoluto. Non vorrei quindi dilungarmi cono attribuire questo discorso ad angeli e esseri celestiali, che non portano il ragionamento o scoperta di questo mistero ad altro.

 

Quanto vivono esseri alieni sul nostro mondo? Oramai nascono ibridi di ogni specie, abbiamo appurato che le differenze non si possono notare in modo significativo, anzi, possiamo attribuire determinate condizioni, come talenti o straordinarie persone con intelletto superiore alla media.

 

Nella maggior parte dei casi conosciuti, gli esseri umani hanno come unica dote rispetto all' animale la facoltà dell' invenzione e della scrittura e del poter costruire, per poter rendere un ambiente antropico verso se stesso e la propria specie. La parola diventa superflua, l' essere umano parla, gli animali a loro volta comunicano anche loro con i loro simili.

Una vita dettata da insegnamenti e lezioni da apprendere per poi morire, chiudendo il ciclo vitale. Vale per gli esseri umani ma per gli alieni? Perchè per l' essere umano vale il discorso della reincarnazione e per gli alieni no? Proprio per questo motivo, la spiegazione più ovvia. Loro evolvono in esseri diversi come fantasmi ma proprio perchè sono di diverse razze, hanno caratteristiche e condizioni diverse per ognuno.

Cacciatori di fantasmi ed ectoplasmi, medium, sensitivi si sono sempre dedicati in modi diversi alla propria predisposizione naturale nel ricercare risposte, semplicemente aiutare per quanto possibile ogni essere dopo la morte, ma nessuno finora si è preoccupato di capire cosa effettivamente cosa sia nato prima in quell' essere.

 

Le mie non sono certamente conclusioni ma possono aprire a nuove ipotesi che certamente incuriosiscono e attraggono molti di noi a sapere di più su questo genere di argomenti. 

 

Vorrei ricordare che:

i fantasmi sono entità o spiriti dei defunti che rimangono intrappolati della nostra dimensione: solo una parte di essi rimangono qui,  Il termine italiano, “fantasma”, viene dal greco antico e vuol dire “apparizione”. Infatti si tratta di una manifestazione visiva di qualcosa di intangibile e indimostrabile. In inglese il termine usato è invece “ghost“, che deriverebbe dalle lingue proto germaniche e inizialmente avrebbe espresso il concetto di “rabbia“. Non è inusuale infatti che le apparizioni delle anime dei defunti siano legati ad un qualche fatto accaduto durante la vita del soggetto, che dopo morto torna per vendicarsi (o sistemare le cose). 

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26 novembre 2019 2 26 /11 /novembre /2019 22:51

Nel 1960, Frank Drake condusse la prima ricerca di segnali radio provenienti da civiltà extraterrestri presso il National Radio Astronomy Observatory di Green Bank, in Virginia Occidentale. Poco più tardi l'Accademia nazionale delle scienze statunitense invitò Drake a partecipare ad un incontro sul tema della rilevazione di possibili intelligenze extraterrestri.

 

L'incontro si tenne a Green Bank nel 1961, e l'equazione che porta il nome di Drake nacque dalla fase preparatoria dell'incontro stesso. Drake scrisse[2]:

«Pianificando l'incontro, mi resi conto con qualche giorno d'anticipo che avevamo bisogno di un programma. E così mi scrissi tutte le cose che avevamo bisogno di sapere per capire quanto difficile si sarebbe rivelato entrare in contatto con delle forme di vita extraterrestri. E guardando quell'elenco diventò piuttosto evidente che moltiplicando tutti quei fattori si otteneva un numero, N, che è il numero di civiltà rilevabili nella nostra galassia. Questo, ovviamente, mirando alla ricerca radio, e non alla ricerca di esseri primordiali o primitivi.»

Quell'incontro conferì dignità scientifica alla ricerca di intelligenze extraterrestri (SETI). La dozzina di partecipanti – astronomi, fisici, biologi, industriali e studiosi di scienze sociali – divennero noti come l'"Ordine del Delfino". L'incontro di Green Bank è commemorato sul posto da una targa.

Carl Sagan, un grande sostenitore dei progetti SETI, ha citato molto spesso la formula, tanto che essa a volte è chiamata erroneamente "equazione di Sagan".

La formula dell'equazione di Drake è la seguente[1]:

dove:

  • N   è il numero di civiltà extraterrestri presenti oggi nella nostra Galassia con le quali si può pensare di stabilire una comunicazione;
  • R*   è il tasso medio annuo con cui si formano nuove stelle nella Via Lattea;
  • fp    è la frazione di stelle che possiedono pianeti;
  • ne   è il numero medio di pianeti per sistema planetario in condizione di ospitare forme di vita;
  • fl    è la frazione dei pianeti ne su cui si è effettivamente sviluppata la vita;
  • fi    è la frazione dei pianeti fl su cui si sono evoluti esseri intelligenti;
  • fc    è la frazione di civiltà extraterrestri in grado di comunicare;
  • L    è la stima della durata di queste civiltà evolute.

Può non risultare immediatamente chiaro perché nell'equazione compaia il fattore R*, cioè perché il numero di civiltà intelligenti esistenti in un dato momento nella galassia debba essere direttamente proporzionale al tasso con cui si formano nuove stelle: in effetti, il prodotto dei primi sei fattori (escluso cioè L) dà il numero di civiltà extraterrestri che nascono ogni anno; moltiplicando poi per la loro durata si ottiene il numero di tali civiltà esistenti in un momento qualsiasi (ad esempio, se si formano in media 0,01 civiltà all'anno e ciascuna dura in media 500 anni, allora in ogni momento ne esisteranno in media 5).

La formula originale di Drake può essere riscritta più realisticamente sostituendo al tasso di formazione stellare odierno un parametro corrispondente al tasso con cui le stelle si formavano diversi miliardi di anni fa, cioè nell'epoca in cui si suppone che si siano sviluppate le stelle intorno alle quali oggi potrebbe esistere la vita (se il Sole fosse un esempio tipico, questo significherebbe circa 5 miliardi di anni fa).

Il fisico italiano Enrico Fermi propose nel 1950 un paradosso, che oggi dal suo nome è comunemente noto come paradosso di Fermi, che può essere formulato così: se nell'universo esiste un gran numero di civiltà aliene, perché la loro presenza non si è mai manifestata?[1]

Dal momento che nel 1950 l'equazione di Drake non era ancora stata formulata, Fermi dovette inferire l'esistenza di un gran numero di civiltà extraterrestri dal principio copernicano e dai problemi di stima complessi che egli era abituato a porsi e a risolvere (problema di Fermi), di cui l'esempio più noto è il problema degli accordatori di pianoforte. In questo senso, Fermi fu un precursore di Drake nello stimare delle probabilità complesse come quella di un contatto con intelligenze aliene[1].

Comunque, l'osservazione di Fermi risulta davvero paradossale solo partendo dal presupposto che esista un gran numero di civiltà extraterrestri in grado di comunicare, cioè che l'N dell'equazione di Drake sia alto. Se le civiltà tecnologiche nella nostra galassia sono rare, il fatto che non siano mai entrate in contatto con noi non è sorprendente. Al contrario, il fatto che non sia mai avvenuto nessun tipo di contatto può costituire una dimostrazione del fatto che N è piuttosto basso, se non uguale a uno.[senza fonte]

 

Se il paradosso di Fermi costituisce un argomento che tende a ridimensionare le stime troppo ottimistiche del valore di N, tuttavia bisogna considerare il fatto che esiste anche un limite inferiore per il valore di N, posto dall'esistenza della nostra stessa specie. Indipendentemente dal principio antropico infatti nella nostra galassia esiste almeno una specie intelligente in grado di comunicare (la nostra), il che significa che N deve essere maggiore o uguale a uno. Le stime che vertono su ordini di grandezza di molto inferiori all'unità sono quindi da giudicare eccessivamente restrittive.

 

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18 novembre 2019 1 18 /11 /novembre /2019 23:22

Quando sentiamo parlare di alieni la maggior parte di noi immagina omini verdi o i famosi “grigi”; qualcuno interessato all’ufologia va oltre e immagina rettiliani, pleiadiani, nordici … fino ad arrivare a circa una settantina di specie diverse che sarebbero entrate in contatto con gli esseri umani.

La verità è che finora non abbiamo prove inoppugnabili (almeno non tutti gli esseri umani ne vengono messi a conoscenza) dell’esistenza di creature aliene evolute, ma se solo ne trovassimo una potremmo ragionevolmente ipotizzare la presenza di migliaia, se non di milioni, di razze intelligenti nel nostro universo.

Sinceramente degli “iargani” non avevo mai sentito parlare e informandomi sui vari siti e blog italiani in rete ho letto delle cose talmente fantasiose che stavo per rigettare l’ipotesi della loro esistenza; poi sui siti stranieri ho capito che sono davvero in molti a credere alla loro esistenza e mettendo insieme le testimonianze di chi crede di averli incontrati ho trovato un filo logico piuttosto interessante.

 

Uno dei massimi esponenti della teoria degli iargani è l’ingegnere olandese Stefan Denaerde, che nell’estate del 1967 ebbe il suo incontro ravvicinato. Il suo è uno dei rarissimi casi in cui gli esseri umani sono stati testimoni di USO e non di UFO: Denaerde era in vacanza con sua moglie Miriam e i suoi tre figli e stava navigando nel Mare del Nord a largo di Oosterchelde con un veliero di 16 m. L’incontro fu in realtà uno scontro: l’imbarcazione urtò qualcosa di solido, ma invece di uno scoglio affiorante l’uomo vide davanti a sé un oggetto metallico largo circa 15 m che stava lentamente salendo in superficie. L’incidente non causò danni gravi alla fusoliera e l’oggetto si fermò proprio contro lo scafo; da esso uscirono ben 8 creature umanoidi alte oltre 2,5 m, che dopo aver controllato anche loro i danni al loro veicolo, salirono a bordo della barca e si avvicinarono a Denaerde.

Con suo enorme stupore sentì gli esseri umanoidi parlare una lingua quasi umana, solo leggermente più sgraziata e dal tono metallico, ma non riuscì a comprendere cosa dicessero. Li osservò parlottare tra loro ed usare uno strumento al polso che sembrava regolare la loro voce; al termine una delle creature riprese a parlare e Denaerde si accorse che aveva iniziato a pronunciare delle parole conosciute, come se fosse una lingua antecedente il suo olandese. Man mano che la creatura parlava e che l’uomo cercava di interagire con loro quel dispositivo regolava i termini e dopo alcuni minuti fu in grado di comprendere il senso di gran parte delle sue parole.

Stefan Denaerde, alias Adrian Beers, dopo quell’incontro divenne un contattista e più volte parlò della sua esperienza; scrisse anche il libro “Buitenaardse beschaving” in cui ha riportato tutti i dettagli.

Iniziamo con la descrizione delle creature.

Gli iargani sono umanoidi alti e robusti, con arti simili a quelli dei gorilla e un abbozzo di criniera dietro la nuca; il corpo però è snello e la testa sembra un incrocio tra quella umano e quella di un cavallo, anche se molto appiattita. La pelle varia di colore da sfumature di vaniglia ad un marrone molto scuro. Le mani hanno quattro dita molto lunghe e sottili. Gli occhi sono molto più grandi di quelli terrestri e sono di colore blu o marrone. Le orecchie sono più piccole de umane e sono arrotondate.

Denaerde ha affermato che quell’incontro era stato organizzato nei minimi dettagli dagli iargani e si protrasse per due giorni all’interno del loro disco volante, dove gli spiegarono da dove provenivano, come si articolava la loro società e perché alcuni di loro avevano delle basi sui fondali oceanici del nostro pianeta.

Dissero di provenire dal pianeta Iarga e l’uomo identificò la posizione spaziale del pianeta a circa 10 anni luce di distanza, probabilmente nel sistema stellare Epsilon Eridani; se fosse vero gli alieni vivrebbero su Eridani B o Eridani C.

Se la Terra viene descritta come un pianeta blu, Iarga sarebbe un pianeta verde dalla luce soffusa: il pianeta sarebbe completamente ricoperto di nubi che filtrerebbero i raggi della stella e sulla superficie ci sarebbe solo un pallido crepuscolo. Iarga sarebbe più grande del nostro pianeta, avrebbe anche due grandi anelli concentrici come Saturno e avrebbe anche una grande luna.

La civiltà iargana, secondo l’addotto, è ad un livello di sviluppo tecnologico, mentale e sociale molto più avanzato del nostro. La struttura sociale è molto simile alla nostra, così come lo stile di vita: secondo Stefan Denaerde gli iargani insegnerebbero agli esseri umani da secoli come impostare la società e i valori alla sua base; per questo ci sarebbero molte somiglianze con gli insediamenti umani.

I centri abitati sarebbero costituiti da cilindri metallici di circa 300 m di diametro per 100 di altezza all’interno dei quali gli iargani vivrebbero in grandi comunità. Si sposterebbero su sistemi a rotaia magnetica e i veicoli assomiglierebbero a treni dalla forma di torpedine.

La politica si baserebbe su un governo mondiale di quattro saggi che curano gli interessi ed il benessere dell’intera collettività..

 

Non esisterebbero denaro o proprietà private, ma un sistema di equità di risorse, un sistema di leggi per il bene comune e la partecipazione di ogni individuo allo sfruttamento dei materiali.

Da ciò che emerge del lungo rapporto di Denaerde la specie umana non sarebbe frutto di un’evoluzione come spiegata da Darwin, ma di un progetto extraterrestre che purtroppo sta fallendo. Gli iargani e altre poche razze extraterrestri seguirebbero l’essere umano sin dagli albori insegnando loro i principi di uguaglianza, collaborazione e fratellanza; purtroppo loro ritengono che la società terrestre sia un’aberrazione della loro perché, nonostante lo sviluppo tecnologico, si sta impegnando costantemente a calpestare i propri simili e a danneggiare il pianeta che gli permetta la vita.

La loro presenza sul nostro pianeta sarebbe giustificata dal fatto che loro continuino a studiare la nostra evoluzione e cerchino di intercedere con alcuni nostri rappresentanti affinchè raggiungano la pace spirituale necessaria all’evoluzione.

Stefan Denaerde nel suo libro ha descritto moltissime cose sul pianeta Iarga e gli iargani, ma in questo articolo non voglio dilungarmi oltre.

Sì, sembra una storia ben architettata, una fiaba uscita da una mente molto fervida, ma diversi tasselli della questione “iargani” sembrano collegarsi alle maggiori ipotesi degli ufologi: una civiltà che vive su un pianeta simile alla Terra, con una società basata sugli stessi principi, ma che li ha perfezionati correggendo gli errori che stanno portando gli esseri umani all’estinzione; non per altro è una civiltà evoluta, superiore a quella umana. Le uniche cose che stonano sono che si preoccupi per noi, che ci studi e cerchi in qualche modo di aiutarci, ma soprattutto che come tutti gli altri alieni non voglia mostrarsi alla popolazione mondiale per aiutarci a correggere quelli che per lei sono i nostri errori.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere

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5 ottobre 2019 6 05 /10 /ottobre /2019 22:47

Gli alieni sono giunti sulla Terra e, a quanto pare, non sono nostri amici. Negli Usa, e più precisamente in Oregon, alcuni allevatori hanno ritrovato tori e mucche massacrati in circostanze misteriose. La tesi più quotata? Non una vendetta personale, magari di un proprietario terriero che sistematicamente doveva affrontare lo sconfinamento dei capi di bestiame, ma gli alieni. I bovini, si legge sulle pagine del quotidiano britannico Independent, sono morti dissanguati, dopo aver subito gravi mutilazioni genitali, ma del sangue nessuna traccia. Le autorità locali, naturalmente, non hanno preso in considerazione le teorie popolari, ma sostengono comunque di non aver mai visto niente di simile, e di non essere in grado di spiegare quanto accaduto. Le morti non sarebbero avvenute per cause naturali, questa è una certezza. Gli animali uccisi sono soltanto 9, ma viste le motivazioni avanzate era quasi scontato che la notizia diventasse virale a livello globale. Uno degli animali è stato rinvenuto in fondo ad un burrone, senza organi genitali, senza lingua e neppure una goccia di sangue. Tracce di sangue non ne sono state trovate neppure nel terreno, cosa che farebbe pensare ad una uccisione avvenuta in un altro luogo… su un disco volante per alcuni!

Che gli alieni possano esser giunti sulla Terra lo sostengono (senza prove) tantissime persone. I risultati di una più concreta ricerca scientifica, condotta da un’equipe di scienziati dell'Università di Rochester, coordinato da Jonathan Carroll-Nellenback, evidenziano tuttavia che gli alieni potrebbero esser comunque nella nostra galassia.

 

L’uomo non se ne sarebbe accorto perché la starebbero esplorando con calma, sfruttando il movimento delle stelle per saltare più agevolmente da una all'altra alla ricerca di pianeti abitabili. Le tracce del loro passaggio sula Terra potrebbero esser state ormai cancellate dal tempo.

La simulazione, i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine della rivista scientifica Astronomical Journal, tenta di dare una soluzione al noto paradosso di Enrico Fermi, sulle probabilità di contatto con forme di vita intelligente extraterrestre. Considerando la moltitudine di stelle nell'Universo, Fermi riteneva naturale che forme di vita avrebbero potuto formarsi su altri pianeti, fino a dare vita a civiltà extraterrestri. Ma allora "dove sono tutti quanti?". Per Carroll-Nellenback, in ogni caso, la mancanza di segnali "non significa che siamo soli, ma significa soltanto che i pianeti abitabili sono probabilmente rari e difficili da raggiungere".

Qualora gli extraterrestri fossero giunti sul nostro pianeta, magari milioni di anni fa, le tracce del loro passaggio non sarebbero più visibili. Gli alieni potrebbero essere venuti a trovarci all’inizio del nostro percorso evolutivo, evitando però qualsiasi contatto per le scarse possibilità di sopravvivenza (il cosiddetto “effetto Aurora”). Esiste anche un’altra ipotesi per cui gli alieni potrebbero evitare di proposito i pianeti che già ospitano la vita, con un atteggiamento opposto rispetto allo spirito di conquista tipico degli esseri umani.

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